Torino, 8 set. (LaPresse) – Per Gigi Buffon quella di martedì sera tra Italia e Repubblica Ceca non sarà una partita come tutte le altre, il capitano della Nazionale raggiungerà infatti Fabio Cannavaro a quota 136 presenze con la maglia azzurra. Il numero 1 della Juve, campione del Mondo del 2006, ha raccontato in esclusiva a Sky Sport le sensazioni di questa attesa anche se garantisce non farà alcun discorso particolare ai compagni. “No, discorsi per quel che riguarda traguardi personali non mi piace farli – dichiara – sicuramente chi è intelligente capirà che quando arrivi a conseguire determinati traguardi, è perchè oltre alle doti fisiche che madre natura ti ha dato, devi essere supportato anche da doti cerebrali. Questo è fondamentale e credo che sia il messaggio migliore che debba passare: si può essere dei grandi campioni, ma degli incompiuti. Si può essere grandi campioni e poter scrivere la storia”.
Buffon ha trascorso ormai una vita nella Juve e nella Nazionale. “Ho avuto la fortuna di fare tantissimi anni, di vivere lo spogliatoio, la società Juventus per 13 anni – prosegue il capitano azzurro – e con la Nazionale sono 16, contando quelle giovanili sono 20. Per cui sono due storie di grande amore, di grandissima passione, di grandissimo affetto, tantissime persone conosciute, tantissime vittorie, qualche sconfitta. Hanno sicuramente scandito i tempi e gli umori della mia vita”.
Alla domanda su quali siano le percentuali della Nazionale di vincere i Mondiali in Brasile e quindi di alzare la Coppa del Mondo da capitano, Buffon replica: “Se mi dicessero che l’Italia dovesse vincere un Mondiale, anche senza essere Capitano, andrebbe benissimo, perchè alla fine quello che mi interessa è il bene comune, non certo l’ambire ad alzare la coppa o ad essere Capitano. Quello è un qualcosa di ininfluente per me, non mi è mai interessato, anzi spesso mi ha anche imbarazzato. Per cui sarebbe bello rivincere un Mondiale, quello sì”. Prandelli parla di un sogni possibile. “Penso che le possibilità ci siano – prosegue – come è normale possa essere per tutte le squadre che competono per i vertici del calcio Mondiale, ma è chiaro che ci sono delle Nazionali che ne hanno di più e noi magari un po’ di meno. L’importante, però, è averle, è partire e dire: ho anche solo una speranza, però ce l’ho”. Tra i rimpianti maggiori della sua carriera in Nazionale c’è sicuramente la finale degli Europei 2012 contro la Spagna “perchè ha sminuito una partita importante come la finale, facendola diventare una passerella, una partita d’allenamento. E purtroppo loro e nemmeno noi abbiamo avuto il sapore di giocarci qualcosa di così importante, perchè sono stati talmente superiori che purtroppo non c’è stata neanche quella lotta agonistica che accende le partite”.
Quindi Buffon torna sull’argomento relativo al suo futuro in azzurro dopo i Mondiali in Brasile: “Io questo tipo di decisione non la prendo perchè probabilmente non ne ho il coraggio, probabilmente perchè penso che se fossi o se sarò ancora competitivo sarebbe un rimpianto dover rinunciare alla Nazionale. E poi perchè alla Nazionale io rinuncerei mai. Non ne vedo i motivi”. Infine Buffon, nonostante la grande esperienza e il ricco palmares, ha ancora un sogno: “Vincere qualcosa, visto che non avrò due o tre Mondiali da fare, due o tre Europei, il sogno sarebbe poter rivivere una o due giornata, una nottata come quella di Roma 2006, quelle sono le cose e le esperienze che ti gratificheranno per tutta la vita, per le quali ringrazierai sempre la vita per aver avuto il privilegio di poterle vivere ed essere protagonista”.