Roma, 3 set. (LaPresse) – Coinvolgere i giovani e le loro famiglie in attività sportive, musicali, ludiche di intrattenimento ed aggregazione seguendo i principi delle ‘quattro ruote educative’ di Exodus che sono alla base di ogni proposta della Fondazione Centri Giovanili: lo sport, il teatro, la musica ed il volontariato. E’ l’obiettivo del ‘Tremenda Voglia di Vivere Day’ l’evento nazionale presentato oggi a Roma da don Antonio Mazzi presso la ‘Sala Giunta’ del Coni alla presenza del presidente Giovanni Malagò. La kermesse si svolgerà il 4 maggio 2014 ed è organizzata dalla Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi con il patrocinio e la partnership di Coni e Centro Sportivo Italiano (Csi). La manifestazione si svolgerà in 30 piazze italiane fra cui Milano, Verona, Bologna, Firenze, Rimini, Roma, Assisi, Bari, Napoli e Palermo e coinvolgerà circa 100mila giovani mettendo in rete i ‘Centri Giovanili Don Mazzi’ presenti sul territorio nazionale.
‘Tremenda Voglia di Vivere Day’ rientra nel calendario di eventi previsti nel 2014 per celebrare i 30 anni di attività della Fondazione Exodus di Don Mazzi. L’evento godrà di una copertura mediatica articolata in un sito web dedicato e collegamenti delle radio partner dell’iniziativa che seguiranno l’intera giornata con interventi in diretta dalle piazze. Nel corso della conferenza è stata presentata anche la 17esima edizione di ‘Tremenda’, il diario scolastico creato da Don Mazzi attraverso l’acquisto del quale si contribuisce a sostenere i progetti e le attività della Fondazione Exodus, attiva in Italia con oltre 40 centri (case accoglienza, comunità, centri ascolto ed orientamento, centri giovani) e presente con interventi stabili e progetti di cooperazione allo sviluppo in 7 paesi del Sud del mondo. “Don Antonio è una di quelle persone che quello che mi chiede lo faccio volentieri” dice Malagò. “E’ talmente diretto e amato nel nostro mondo dagli atleti e dalle attività di base che non c’è da chiedersi perché sono e siamo qui”. “Va poi scritto a caratteri cubitali che nel nostro paese c’è un grande problema sociale di disagio figlio dei nostri tempi e che è innegabile che lo sport sia una delle poche ancore nei confronti delle nuove generazioni – aggiunge – Tanta più gente riusciamo a portare a fare sport e tanto più diamo un contributo serio a chi ha voglia di vivere”.
Oggi sono contento e sogno di essere su questa poltrona perché ho trovato un personaggio che riesce a unire efficienza, solidarietà, amicizia e sport, e questo non è facile”, prosegue don Mazzi rivolgendosi al numero uno dello sport italiano. “Lo sport è fatica e disciplina, darsi degli impegni e avere la testa sul campo, una cosa normale ma che per i nostri è già un successo. Questa è una intuizione di Don Bosco – aggiunge – La scuola deve tornare a fare musica e sport ed i genitori devono capire che sport non significa vincere le coppe ma è fatto di gioco. Ci si accorge quando un grande atleta va in campo e sa divertirsi. Noi dobbiamo riuscire a dare questi contenuti”, conclude.