Roma, 19 ago. (LaPresse) – “Ci facciamo del male da soli, è un unicum mondiale. E parlo anche del trattamento ricevuto dalla Pro Recco, fucina del Settebello. E’ un triste attestato di provincialismo. Le federazioni non hanno il diritto ed il dovere di fare e disfare, l’atleta deve rispettare il suo ruolo”. E’ il pensiero espresso dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, in un’intervista al quotidiano ‘La Stampa’ in merito alla querelle scoppiata in relazione all’entità dei premi erogati dalla Fin alle società ed alla successiva polemica con Federica Pellegrini. “Questa cifre sono poco comprensibili – aggiunge – avremo un confronto con Barelli e verificheremo i criteri e la trasparenza delle stesse. E come mai sono state rese note nel 2013 visto che erano relative al 2009, mi aspetto una spiegazione”. Malagò difende l’atleta di punta del nuoto italiano: “Se la Pellegrini ha frainteso le cose? Non posso che giustificarla, non lo sapevamo nemmeno noi” e promette che sotto la sua guida del Coni le cose cambieranno: “Con me finiranno le discriminazioni nei confronti di atleti e società – tuona Malagò – e non solo nel nuoto. Nella prossima Giunta stabiliremo un regolamento rigido per il quale discrezionalità ed arbitrarietà cesseranno di esistere. Abbiamo ereditato un sistema ed ora finirà. Questi sono soldi pubblici”.
Malagò parla poi dei risultati ottenuti da nuoto ed atletica nei rispettivi campionati mondiali estivi. “Non esulto ai trionfi, né mi deprimo per gli insuccessi. Mi preoccupo invece se non vedo miglioramenti dove uno ha dimostrato lacune. In quest’ottica il bilancio sia dell’atletica che del nuoto non è esaltante”, spiega il numero uno dello sport italiano. “Troppi atleti si accontentano di qualificarsi e sentono troppo la pressione della gara – aggiunge Malagò – tra due anni ai Mondiali preolimpici avremo il riscontro di quello che faremo per poi raccogliere i frutti a Rio”. Nel mezzo però ci sono le Olimpiadi invernali di Sochi 2014: “Mancano sei mesi ed è già stato fatto tutto – dice il numero uno del Coni – se l’Italia andrà meglio che a Vancouver sarò il primo a ringraziare Petrucci, se andrà male non mi sentirò particolarmente responsabile”. Malagò punta tutto su Rio 2016: “Se vinceremo 40 medaglie non mi definirò fenomeno, ma se ne arriveranno 20 e nel frattempo avremo risolto molti problemi dello sport italiano, beh allora non mi sentirò neanche l’ultimo”, conclude.