Mondiali scherma, Dream Team non tradisce mai: è fioretto d’oro

Budapest (Ungheria), 10 ago. (LaPresse) – L’Italia ha vinto la medaglia d’oro nella finale della prova a squadre di fioretto femminile ai Mondiali di scherma in corso a Budapest. Il ‘Dream Team’ azzurro ha battuto la Francia con il punteggio di 45-18.

Il quartetto azzurro, composto dalla neo campionessa del mondo Arianna Errigo, dall’olimpionica Elisa Di Francisca, da Carolina Erba e da Valentina Vezzali, quest’ultima in ‘panchina’ nel match decisivo, ha inanellato una serie di successi dai parziali incredibili. Nel primo assalto le italiane hanno battuto il Brasile per 45-12, nel turno successivo la Cina per 45-20 e quindi, in semifinale, la Corea per 45-19.

– Quello ottenuto dalla ragazze d’oro a Budapest è il 100° titolo mondiale nella storia della scherma italiana. E’ Arianna Errigo a salire per prima in pedana e a subire la prima stoccata. Sarà l’unica volta in tutto il match in cui le transalpine saranno avanti nel punteggio. Da lì in poi, infatti, le azzurre non lasciano nulla alle avversarie ed arrivano ad allungare ben oltre i venti punti di vantaggio. Il punteggio finale è inesorabile per le francesi: 45-18 in favore delle azzurre che festeggiano con l’oramai consueto balletto in cerchio a centro pedana.

E’ la consacrazione di un gruppo che, sebbene cambi nei nomi, è in vetta al mondo da oltre un decennio. Elisa Di Francisca, così come ad Antalya 2009, Parigi 2010, Catania 2011 e Londra 2012 torna a casa con due medaglie. La Errigo rientra in Italia col doppio titolo iridato e con la consapevolezza di essere ‘finalmente’ salita sul gradino più alto del podio. Carolina Erba, dal canto suo, corona una stagione straordinaria e mantiene fede alla promessa fatta ad Ilaria Salvatori di ‘onorare’ il suo posto in squadra. Per Valentina Vezzali è una medaglia d’oro che le permette di salire un gradino in più nell’Olimpo della scherma mondiale e dello sport italiano. Grazie a quest’oro, infatti, raggiunge quota 20 tra titoli Mondiali ed Olimpici, superando di una unità la leggenda Edoardo Mangiarotti.