Conte: Mercato super, Juve avanti ma guai ad accontentarsi. Jovetic andrà all’estero

Torino, 11 lug. (LaPresse) – “La Juventus sta lavorando per continuare a crescere, è fuori di dubbio”. Lo ha detto Antonio Conte nel corso della prima conferenza stagionale a Vinovo, prima della partenza per il ritito di Chatillon. “È il verbo che insieme a lavorare abbiamo sempre utilizzato da quando sono qui, crescere con il lavoro e cercando di monitorare e aggiungere elementi che possono migliorare questa crescita”, ha aggiunto il tecnico bianconero. Quindi Conte promuove il mercato della Juventus, con l’arrivo di Tevez, Llorente e Ogbonna: “Vista la crisi credo si sia fatto qualcosa di straordinario, migliorare l’attacco con soli 9 milioni prendendo Tevez e Llorente. E’ la dimostrazione che c’è un gruppo che lavora anche guardando al futuro, in anticipo rispetto a qualche altro”.

Un Conte che ha parlato a 360 gradi, ripercorrendo i due anni precedenti e guardando al futuro consapevole anche le altre squadre si stanno rafforzando: “Due anni fa quando sono arrivato c’era una realtà non consona alla Juve, che non vinceva, oggi è tornata ad essere quello che era. A scrivere pagine importanti, vincendo, come abbiamo fatto in questi due anni. Ci siamo riappropriati dell’immagine della Juve in Italia e nel Mondo”. Quindi sull’arrivo dei nuovi: “Chi c’era e chi è arrivato sa che il passato non conta, conta l’oggi e il futuro. Ricominciare non proprio da zero, ma sfruttare il tesoro degli ultimi due anni, ma se non ci sarà umiltà e voglia di sacrificarsi e lavorare, allora non faremo delle cose importanti. Questo sarebbe non bello”. Per Conte, “la nostra stagione dipende dallo zoccolo duro, ma sono sicuro che tutti hanno voglia ancora di stupire e fare qualcosa di straordinario”. Per quanto riguarda i due nuovi centravanti, Tevez e Llorente, Conte non si sbilancia: “Oggi non cp’è già chi è titolare. La sicurezza si conquista in allenamento sul campo, ho una grande ammirazione per i ragazzi con cui abbiamo fatto grandi cose in questi due anni”.

Quindi Conte torna ancora sul mercato della Juve: “Abbiamo preso giocatori con determinate caratteristiche, che stavamo seguendo da tempo e che si sposano con la nostra filosofia. Llorente lo seguivamo da più di un anno, Tevez lo conoscono tutti e Ogbonna può diventare tra i più forti difensori in Europa e nel mondo”. A proposito di Tevez, “mi ha colpito la sua fame, la sua cattiveria agonistica e determinazione. Per me non c’è stato più bisogno di chiarirmi e capire che era il giocatore giusto per noi”. Proprio l’Apache vestirà la maglia numero 10 che era di Del Piero: “Non conta, conta che chi indossa questa maglia la onori nel migliore dei modi con attaccamento, sudore, voglia, passione e deve domostrarlo sul campo. Questa è la cosa più importante. Poi per i numeri c’è il lotto con le estrazioni. Magari qualcuno se li gioca e vince”, scherza il tecnico bianconero. Un mercato che dovrebbe consentire alla Juve di diminuire il divario dalle big d’Europa, ma Conte avverte: “E’ troppo semplice dire che in base ai calciatori il divario diminuisce o meno. Allora rispetto al Barcellona che ha preso Neymar è aumentato e il Bayern ha preso Goetze. Non è in base ai calciatori o ai soldi, è importante che arrivino giocatori di qualità poi dobbiamo lavorare. Oggi come oggi non c’è una riduzione perchè gli altri a livello economico sono troppo avanti rispetto a noi. Se noi spendiamo 20 milioni per tre giocatori, loro con 36 ne prendono uno”.

Conte risponde a Galliani, che aveva detto che il Milan negli ultimi anni era sempre salita sul podio, mentre Inter e Juve no: “Oggi come oggi è importante sempre centrare la qualificazione in Champions che ti permette sempre di usufruire di un tot di milioni per poter investire e crescere. Oggi è la cosa più importante, poi personalmente preferisco sempre mettere la firma su qualcosa. Ma capiso anche chi si accontenta”. Per quanto riguarda le possibili avversarie della prossima stagione, Conte mette anche la Fiorentina “che con i fatti e non con le parole sta dimostando di non essere più una provinciale. Una squadra che può ambire a traguardi importanti”. Conte non sottovaluta nemmeno le due romane: “Rudi Garcia ha fatto bene in Francia, ha vinto uno scudetto, porterà entusiasmo e competenza in un ambiente non facile, ma sono convinto che aiutato da elemnti intramontabili come Totti e De Rossi possa fare bene. La Roma l’anno scorso aveva e ha tutto’ora una rosa importante, ha preso Benatia e sta trattando centrocampisti olandesi. Mi aspetto movimenti anche dalle altre squadre. La Lazio ha un’ ossatura forte, importante, ha vinto la Coppa Italia e ripeto sarà come ogni anno un campionato difficole dove a diffenza dell’estero spesso si formano dualismi. Qui è sempre duro, c’è sempre una lotta con 4-5-6 squadre per vincere e per andare in Champions”. Infine Conte sottolinea però che con “l’ arrivo di Gomez, Llorente, Tevez, Benitez si arricchisce il nostro campionato di bravi progagonisti. Una cosa bella e stimolante perchè personalmente è motivo di orgoglio e soddisfazone confrontarmi con Benitez”.

Capitolo mercato. “Jovetic? Ha un prezzo elevato, giustificato perchè è un giocatore di talento e che può crescere ancora e diventare un top player. Andrà in quella squadra che avrà questi soldi, quindi in Italia no”, ha detto ancora Conte nel corso della prima conferenza stagionale a Vinovo.

“La cessione di Giaccherini? Non sono contento, ma lo capisco. Con la società siamo un tuttuno nel bene e nel male, non devo elogiare nessuno. Abbiamo operato nel migliore dei modi tenendo conto della grande crisi finanziaria, che c’è, è presente e la viviamo giorno per giorno”, ha detto Conte. “Quando ci sono acquisti bisogna che ci siano delle vendite per rientrare. Siamo stati bravi perchè abbiamo preparato i colpi a tempo debito, con le idee chiare e sapendo dove intervenire. Inevitabile che in tutto questo c’è anche qualche rinuncia dolorosa”, ha aggiunto il tecnico bianconero. “Non so se è ufficiale il discorso di Emanuele. Sicuramente tutti quelli con cui ho lavorato in questi due anni, ogni singola partenza rappresenta un grande dolore perchè sono molto legato. Detto questo capisco e vedo le esigenze societarie, che il calciatore è apprezzato e gli viene proposto anche un contratto importante. Sono molto contento per lui, ma se mi chiede se sono felice dico di no”.