Torino, 23 mag. (LaPresse) – “Capisco la gente che è innamorata della Juventus e che non vuole perdere due scudetti. Ma c’è la giustizia, ci sono le regole. Dobbiamo sempre scegliere la giustizia. La Juve ha pagato, poi farà 31 o 30”. Michel Platini, grande ex della squadra bianconera ed attuale presidente della Uefa, entra così in merito alla tormentata questione sul numero degli scudetti vinti dalla Vecchia Signora. “Andrea Agnelli dice che sono 31? A livello nazionale la Federcalcio, la Lega hanno il conto giusto – prosegue ai microfoni di Sky Sport – che non è quello che pensa Andrea. 31 sul cuore e 29 sul campo? Diciamo così”.
Sui recenti successi della squadra bianconera: “Difficile far uscire il personaggio dal collettivo. Andrea (Agnelli, ndr) ha ha fatto un buon lavoro, chi ha scelto Conte ha scelto bene così come chi ha scelto i giocatori. Prima si parlava dei giocatori Juve, ora dell’allenatore. Una società non è un solo personaggio. Ma le stelle della Juventus sono sempre state giocatori, sono loro che ti fanno arrivare alla vittoria”.
RAZZISMO E STADI – “L’Italia paese razzista? No, è come tutti i paesi. Poi ci sono le persone stupide, difficili da gestire”. Platini interviene così sul tema del razzismo nel mondo del calcio. Sulla questione, spiega il presidente della Uefa “servono leggi per aiutare gli arbitri a prendere le decisioni”. Il pensiero va ai fatti di Milan-Roma: “L’arbitro Rocchi ha usato il buonsenso, ha sospeso la partita per un minuto. A me le sospensioni delle gare vanno bene. Gli faccio i complimenti”, spiega Platini che sempre sul tema ricorda: “Ci sono regole da anni, dobbiamo migliorarle”. Sulla possibilità di penalizzazioni in caso di episodi legati al razzismo, Platini ribatte: “No, dobbiamo punire i tifosi, non i club”. Recentemente si è parlato di Balotelli testimonial della lotta al razzismo. “Dobbiamo essere tutti uniti nel combattere. Non serve la comunicazione, servono le regole”, dice il presidente della Uefa che entra nella questione della legge sugli stadi: “E’ un fatto politico, non del calcio. Non dico che l’Italia è messa male, ma se vuole essere competitiva deve trovare dei luoghi dove le società possano fare del business. La Juve ha fatto lo stadio e sta andando bene”.