Andreotti, da Malagò a Totti: lo sport italiano piange il Divo Giulio

Roma, 6 mag. (LaPresse) – Lo sport italiano piange la scomparsa del senatore a vita Giulio Andreotti. Dal presidente del CONI Giovanni Mamagò, al capitano della Roma Francesco Totti, sono tanti gli attestati di cordoglio verso il senatore a vita scomparso oggi all’età di 94 anni.

CONI E MINUTO SILENZIO. Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, unitamente al Segretario Generale Roberto Fabbricini, alla Giunta e al Consiglio Nazionale, esprime vivo cordoglio per la scomparsa di un uomo dall’alto profilo culturale, punto di riferimento della vita politica del Paese e appassionato sostenitore del movimento agonistico. Andreotti, in qualità di Presidente del Comitato Organizzatore, contribuì in modo determinante al successo della memorabile edizione dei Giochi Olimpici di Roma 1960, unica edizione estiva disputata in Italia. Strenuo difensore dell’autonomia dello sport, Andreotti è stato tra i principali protagonisti della rifondazione post-bellica del CONI e il suo patrimonio di esperienza, competenza e capacità resta un’eredità da valorizzare per la crescita dello sport italiano. Il Presidente Malagò ha invitato le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive che si disputeranno in Italia a partire da oggi e per tutta la settimana.

MALAGO’. “Tutto il mondo dello sport deve riconoscere che ha avuto un grande merito perché ha difeso per un lunghissimo periodo l’autonomia del nostro mondo. Inoltre ricordiamo che è stato presidente del comitato organizzatore delle Olimpiadi di Roma del 1960. Gli dobbiamo molto”. Questo il ricordo del senatore a vita Giulio Andreotti, morto oggi a 94 anni, tracciato dal presidente del Coni Giovanni Malagò ai microfoni di Sky Sport 24. “Era un virtuoso, appassionatissimo di cavalli, curioso di tantissime discipline, quello che va rimarcato è quanto lui abbia fatto in momenti difficili. Bisogna essergli riconoscenti – ha proseguito Malagò – In quegli anni ha dimostrato di vederci lungo e di essere stato un precursore rispetto ai problemi che oggi stiamo vivendo”, ha concluso il numero uno del Coni.

LA ROMA SU TWITTER. “L’As Roma si unisce al cordoglio per la scomparsa del senatore a vita Giulio Andreotti e partecipa al dolore della sua famiglia”. Questo il comunicato su Twitter con cui la società giallorossa ha voluto ricordare Giulio Andreotti, scomparso oggi all’età di 94 anni, grande tifoso romanista.

IL RICORDO DELA FIGC. “E’ stato un difensore dell’autonomia dello sport, un grande politico e grande statista. Lo sport italiano deve molto a lui, se è riuscito a difendere la propria indipendenza”. Queste le prime parole del direttore generale della Figc Antonello Valentini in merito alla scomparsa del senatore a vita Giulio Andreotti, rilasciate a Coverciano a margine del seminario per i giornalisti organizzato dalla Figc e dall’Ussi.

TOTTI PIANGE TIFOSO ANDREOTTI. “Oggi il nostro Paese ha perso un pezzo della sua storia… Giulio Andreotti e’ stato uno dei personaggi italiani piu’ importanti dell’epoca moderna”. Così il capitano della Roma, Francesco Totti, ha voluto ricordare la figura dell’ex senatore a vita e sette volte presidente del Consiglio scomparso oggi nella Capitale. “Di lui mi porto dietro soprattutto due ricordi: di quando lo conobbi per la prima volta e rimasi impressionato tanto dalla sua serena gentilezza quanto dall’ironia tipica di noi romani – ha spiegato il fuoriclasse giallorosso sul suo blog – e poi del giorno del mio matrimonio con Ilary, con lui presente tra le persone che hanno festeggiato la nostra unione”. “Giulio Andreotti amava lo sport, il calcio e la Roma – ha concluso Totti – giallorosso come pochi, sono certo che continuera’ a fare il tifo per noi anche dal cielo con la stessa passione di tutta una vita”.

IL RICORDO DI LOTITO. “Giulio Andreotti era un tifosissimo della Roma e io rappresento l’altra parte della città”, ha ricordato con un sorriso il presidente della Lazio Claudio Lotito a margine della riunione del Consiglio della Lega di Serie A a Milano. “Lo conoscevo personalmente e conosco la sua famiglia – ha aggiunto Lotito – e’ morto un grande statista, un rappresentante vero di questa Repubblica che ha dato molto a questa Paese. La sua assenza materiale di oggi e da diversi anni dalla scena politica si è sentita”.

BRUNO CONTI E LO SCUDETTO. Il senatore Giulio Andreotti è stato “il primo tifoso della Roma, presente non solo per la società ma anche nella mia vita privata”. Questo il ricordo di Bruno Conti, giocatore indimenticabile della Roma dello scudetto del 1983 e campione del mondo nel 1982. L’attaccante giallorosso conserva molti ricordi del leader della Dc scomparso oggi. “Quando morì mio padre – racconta – Andreotti mi inviò un telegramma. Due righe che conservo gelosamente”. Anche dopo la vittoria dei Mondiale, Conti ricevette una bella sorpresa dal più volte premier italiano: “Andreotti mandò il suo autista a Nettuno, dove abitavo, per consegnarmi un cofanetto con una medaglia con la Bocca della Verità. Ad accompagnarla un messaggio nel quale mi dimostrava la sua stima”.

LA ROMA E FALCAO. “Un romanista nato 8 anni prima della Roma, testimone oculare e vigile dei 3 Scudetti vinti dalla società giallorossa: il primo nel 1942, il secondo nel 1983 e il terzo, il più recente, del 2001. Giulio Andreotti non è stato solo uno degli uomini politici più influenti della storia italiana, ma anche un tifoso vero, uno che non ha mai nascosto la sua fede ‘pallonara’ e che non aveva timore nemmeno a professarsi pubblicamente ‘lontano dalla Juventus'”. Così l’As Roma ricorda Giulio Andreotti con una lunga nota sul suo sito internet.

“Da ragazzo seguiva la squadra a Campo Testaccio: ‘Di soldi a quei tempi ce n’erano pochi – ha raccontato – ma le due lire per il posto dietro la porta non mancavano mai. Si stava attaccati al terreno di gioco, si viveva la partita come un sogno. Erano momenti di gioia, i giocatori già allora erano idoli’. A proposito di giocatori – prosegue la nota del club giallorosso – l’unica volta che il suo nome venne abbinato alla cronaca calcistica fu nella lunga e tormentata vicenda Falçao, che nell’83, dopo il titolo tricolore, fu ad un passo da lasciare la Capitale per andare a Milano, all’Inter: ‘Ebbi un ruolo nel reingaggio del brasiliano: quando chiamai la madre del giocatore e potei dirle, senza mentire, che anche il Papa aspettava suo figlio. In realtà, ricevendo la Roma, il Papa aveva domandato: ‘Ma Falcao rimane?’. Quindi non era del tutto una bugia, e la signora era stata contenta. Quella fu l’unica volta che mi impicciai’. La sua parola influì, il brasiliano la accolse e il passaggio all’Inter saltò”.

“Nel luglio del 2003 – conclude la nota – in occasione del Roma Club Montecitorio, gli fu regalata dal presidente di allora, Franco Sensi, una maglia della Roma personalizzata con il numero 9 e la scritta dietro le spalle ‘Andreotti’. Il capitano Francesco Totti, insieme a Ilary Blasi, nella primavera del 2005, invitò il senatore al ricevimento a Villa Miani prima delle nozze del 19 giugno successivo. Non è retorica, la Roma ha rappresentato un pezzo della sua vita. Di Giulio Andreotti”.

MAZZOLA E I FUNERALI DEL GRANDE TORINO. “Andreotti? L’ho conosciuto. Ma il ricordo più importante che ho è che quando morì mio padre nella tragedia di Superga, vidi le foto e c’era Andreotti ai funerali. Aveva portato il saluto del governo al Grande Torino, una squadra che in quel periodo faceva capire che l’Italia dopo la guerra poteva rinascere”. Così Sandro Mazzola ai microfoni di Sky Sport ricorda l’ex senatore a vita Giulio Andreotti, scomparso oggi all’età di 94 anni. “Per quello ho sempre avuto una stima incredibile per l’onorevole”, ha aggiunto l’ex bandiera dell’Inter.