Torino, 13 gen. (LaPresse) – Torino, 13 gen. (LaPresse) – “Chi ha giocato a calcio al 90% dei casi almeno una volta nella vita è stato coinvolto in una combine”. E’ questa la dichiarazione shock dell’ex capitano del Bari, Antonio Bellavista, intervistato dalle telecamere di ‘Presa Diretta’ di Riccardo Iacona. La trasmissione di Rai 3 ha provato a ricostruire lo scandalo del calcioscommesse che ha letteralmente travolto il calcio italiano negli ultimi due anni. Dagli ‘zingari’, alle connessioni con la malavita italiana, slava e albanese, da un misterioso omicidio in Bulgaria, fino ai vertici dell’organizzazione che sovraintende alle combine di tutto il mondo e che ha sede a Singapore. A parlare alcuni dei protagonisti della vicenda, ex calciatori italiani ora squalificati e in attesa di giudizio da parte della magistratura. Fra questi Vittorio Micolucci, ex difensore dell’Ascoli, che ha raccontato il primo contatto con i famigerati ‘zingari’ e che sibillinamente ha aggiunto: “Se parla Gegic sono dolori, perchè lui conosce tanti nomi che non sono ancora venuti fuori”.
L’ex capitano dell’Atalanta, Cristiano Doni, è l’uomo simbolo di questa vicenda. “Io ho sbagliato, ma l’ho fatto perchè volevo vincere. Io per l’Atalanta ho dato davvero tutto”, ha dichiarato da Maiorca dove gestisce un bar sulla spiaggia. “Su Atalanta-Piacenza, ho saputo che alcuni compagni si erano venduti la partita. Per cui sarebbe andata così anche se non lo avessi saputo”, ha aggiunto a proposito di una delle gare combinate. Nella trasmissione di Rai3 emerge un dato sorprendente, vale a dire che l’Atalanta ha continuato a pagare il suo ex calciatore anche dopo lo scoppio dello scandalo e la conseguente squalifica. Fra i tanti personaggi coinvolti, anche nomi famosi. L’ex gestore di un centro scommesse, Massimo Erodiani, ricorda: “Vieri giocava l’ira di dio perché era amico di Bellavista e Tisci. Lo stesso vale per Bettarini”. E sui capi dell’organizzazione, sempre Erodiani rivela: “I soldi passavano dall’Albania. Migliaia di euro in pezzi da 500. Il capo è miliardario e lì il gioco è libero. Ogni click può valere anche una giocata da 12mila euro”.
Dalle indagini della procura di Bari sulle partite truccate della squadra pugliese, emergono rapporti inquietanti con la mafia locale. Dal sequestro di una agenzia di scommesse a Londra e ad altre agenzie sequestrate in Italia, la criminalità barese riciclava il denaro frutto di altre attività illecite. Ma anche la ‘ndrangheta è coinvolta, addirittura si parla di club calcistici come il Crotone direttamente controllati dalla malavita calabrese. Il pentito Luigi Bonaventura racconta di una partita di qualche anno fa, Crotone-Locri, combinata e pagata con casse di armi e soldi. La stessa promozione in Serie B favorita dalla ‘ndrangheta attraverso intimidazioni e aggressioni agli avversari. Spuntano le immagini di un video amatoriale del matrimonio del mafioso a cui fra gli invitati c’era Salvatore Aronica, ex calciatore del Napoli che all’epoca militava nel Crotone.
Lo stesso Bonaventura racconta di essere amico di tanti ex calciatori passati per il club calabrese, da Giuseppe Sculli ad Antonio Nocerino. Insomma, uno scenario inquietante e su cui c’è ancora tanto da scoprire e contro cui la magistratura ha per il momento poche armi a disposizione. “Bisogna costruire un reato forte per combattere questo fenomeno, perchè il reato di frode sportiva è punibile con al massimo due anni di reclusione”, chiosa il gip di Cremona, Guido Salvini, uno dei magistrati che sta indagando sul fenomeno.