Torino, 15 ott. (LaPresse) – “E’ comprensibile l’attenzione per Juventus-Napoli, anche se siamo all’ottava di campionato e siamo molto indietro sulla situazione che si chiarirà su quello che sarà l’andamento del campionato. C’è però una eccessiva attenzione e strumentalizzazione, da chiunque provenga, su fatti normali”. Così il presidente della Figc, Giancarlo Abete, smorza le polemiche sui presunti favoritismi di Prandelli nei confronti dei giocatori juventini in vista del big match di sabato.
“L’infortunio di Buffon? Come tutti i giocatori infortunati ci sarà una valutazione da parte del tecnico e dello staff medico e se si potrà utilizzare si farà. Juve-Napoli è una gara importante – dichiara Abete a Radio Anch’Io Sport – ma noi giochiamo solo 10 partite in due anni per qualificarci ai Mondiali di Brasile 2014, servirebbe maggiore rispetto per una squadra che rappresenta l’intero Paese”.
Sullo stesso argomento si è espresso anche il presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, che sempre a Radio Anch’io ha dichiarato: “Smettiamola, pensiamo anche che la Nazionale è per tutti la cosa più importante”, ha detto il numero 1 della Ferrari. “In bocca al lupo a Prandelli e alla Nazionale – prosegue il numero uno di Maranello – cerchiamo di non mutuare i sospetti e le polemiche che fanno parte della politica italiana e cerchiamo nello sport di avere un po’ più di passione e meno dietrologia”.
Tornando ad Abete. “Siamo abituati a convivere con le polemiche e le faziosità – sostiene ancora il presidente della Figc – ma l’Italia è quella che risponde meglio nei rapporti con i club. Ci sono squadre che durante le Olimpiadi di Pechino avevano richiesto indietro i giocatori che giocavano con le loro squadre (Barcellona con Messi, ndr), è accaduto in Germania e Svizzera. E’ comprensibile che ci sia l’esigenza, la necessita’ di rendere compatibili gli impegni delle Nazionali con il lavoro dei club, ma è importante che si faccia con intelligenza reciproca”. Per Abete “giocare in Nazionale è non solo un impegno per i giocatori ma anche una valorizzazione. Pensiamo a cosa ha significato l’Under 21 da questo punto di vista”.