Impresa Baumgartner, in volo da 39mila metri oltre muro del suono

Roswell (New Mexico, Usa),14 ott. (LaPresse/AP) – Ora è ufficiale, Felix Baumgartner è diventato il primo paracadutista a superare la velocità del suono. “A volte bisogna andare veramente in alto per vedere come siamo piccoli”, questo il commento rilasciato da Baumgartner ai giornalisti poco dopo l’atterraggio.

Nel corso di una una conferenza stampa dopo il lancio da 39mila metri del 43enne austriaco, Brian Utley della Federazione internazionale di sport dell’aria ha comunicato che Baumgartner ha raggiunto una velocità massima di 1341.13 km orari (833,9 mph). Il paracadutista austriaco ha raggiunto una velocità di Mach 1.24, che è superiore alla velocità del suono. Nessuno ha mai raggiunto tale velocità con indosso una tuta da astronauta. Baumgartner ha impiegato circa nove minuti ad atterrare nel deserto del New Mexico dopo essersi lanciato da oltre 39mila metri sopra la Terra.

“E’ difficile da descrivere perché non te ne accorgi”, ha detto Baumgartner in conferenza stampa commentando il record di velocità raggiunto, oltre il muro del suono. In assenza di punti di riferimento “non si sa quanto velocemente si viaggia”, spiega il 43enne paracadutista austriac. Anche la Nasa si è complimentata via Twitter per l’impresa di Baumgartner. “Congratulazioni a Felix Baumgartner e RedBull Stratos per il salto da record dal limite dello spazio”, si legge nel Tweet.

Felix Baumgartner ha toccato terra con il suo paracadute dopo circa nove minuti dal salto in caduta libera da circa circa 39 chilometri di altezza. Sta bene. Poco dopo l’atterraggio il 43enne ha sollevato le braccia in segno di vittoria. È atterrato nell’est del New Mexico pochi minuti dopo il salto. Il lancio era mirato a rompere il muro del suono e, secondo le attese, Baumgartner avrebbe dovuto raggiungere la velocità di 1.110 chilometri orari. La scorsa settimana il lancio era stato rimandato due volte a causa dei forti venti. Il salto poteva essere infatti realizzato soltanto se il vento non supera la velocità di 3 chilometri all’ora.

L’ex paracadutista austriaco è salito fino alla stratosfera a bordo di una capsula attaccata a un pallone gonfiato con l’elio. Da lì si è poi buttato con una tuta pressurizzata. Tra i rischi che correva c’era quello della rottura della tuta: in quel caso avrebbe potuto interrompersi il flusso d’ossigeno e l’atleta avrebbe potuto essere esposto alla temperatura di 57 gradi Celsius sotto zero. L’iniziativa di Baumgartner è stata sponsorizzata da Red Bull, che ha trasmesso il lancio in streaming. Il tutto è stato ripreso da quasi 30 telecamere installate sulla capsula, sulla Terra e su un elicottero. Le immagini sono state tuttavia trasmesse con un ritardo di 20 secondi per permettere di fermare la trasmissione in caso di un tragico incidente.

Il lancio di oggi coincide con il 65esimo anniversario del test del pilota americano Chuck Yeager, che diventò il primo uomo a rompere il muro del suono a bordo di un velivolo. Il tentativo dell’austriaco è arrivato al termine di un percorso di cinque anni, durante i quali l’ex paracadutista soprannominato ‘Fearless Felix’ ha anche fatto due salti preparatori nell’area: uno a marzo da un’altezza di 24 chilometri e l’altro a luglio da 29 chilometri. Baumgartner ha promesso che con questo lancio concluderà la sua carriera. Nel team di controllo che lo assiste per l’impresa di oggi c’è anche il detentore del precedente record del salto più veloce e dal livello più alto, Joe Kittinger. Quest’ultimo saltò da 31 chilometri e raggiunse una velocità di 988 chilometri orari, poco al di sotto del muro del suono.

Il salto di Baumgartner potrebbe anche avere un valore scientifico. I suoi assistenti lo hanno osservato per tutta la durata del lancio e hanno avuto accesso a dati come ad esempio la quantità di ossigeno che il paracadutista riceveva. Gli scienziati sperano di ricavare informazioni utili per la costruzione di tute spaziali e per l’elaborazione di tecniche che potrebbero aiutare gli astronauti in caso di incidenti. Il direttore medico del team, Jonathan Clark, ha spiegato che nessuno sa cosa succede al corpo umano quando viene superato il muro del suono. “È proprio questa l’essenza scientifica di questa missione”, ha affermato Clark, chirurgo della Nasa e marito di Laurel Clark, astronauta morta nell’incidente dello shuttle Columbia nel 2003. Clark sta studiando modi per aumentare le possibilità di sopravvivenza per gli astronauti in caso di incidenti ad alta quota.