Calcioscommesse, Bongiorno attacca: Carobbio divinizzato

Roma, 20 ago. (LaPresse) – Filippo Carobbio è stato “divinizzato” e la sua attendibilità si basa su una verifica “ping-pong” che utilizza come riscontro “l’altra contestazione”. E’ l’avvocato Giulia Bongiorno a dettare la linea difensiva di Antonio Conte, nell’aula del processo d’appello sul calcioscommesse, oggi al via all’ex Ostello della gioventù del Foro italico, a Roma. Carobbio è il grande accusatore di Conte: decisive le sue testimonianze che sono costate al tecnico bianconero, allenatore del Siena all’epoca dei fatti contestati, una squalifica di dieci mesi, in primo grado, per omessa denuncia in relazione alle presunte combine di Novara-Siena del primo maggio 2011 e Albinoleffe-Siena del 29 maggio 2011. Nel corso della sua requisitoria, Bongiorno tocca spesso l’argomento dell’attendibilità di Carobbio: “Per la commissione disciplinare – sottolinea – Carobbio non mente mai, ha una percentuale d’infallibilità del cento per cento: è divino, uno e trino”. “Io – prosegue – gli avrei fatto 450 domande, che non gli hanno fatto nè Palazzi nè la procura di Cremona”.

Conte è in aula, accanto alla Bongiorno e agli altri due legali, Luigi Chiappero e Antonio De Rensis: braccia conserte, sguardo attento, segue tutti i lavori del processo. Ci sono anche il suo vice, Angelo Alessio (8 mesi di squalifica in primo grado) e l’amministratore delegato della Juventus, Beppe Marotta. L’arringa del suo avvocato, new entry nel pool difensivo, dura venti minuti. La tesi di fondo è chiara: “Carobbio ha tirato in ballo Conte per derubricare il suo reato in frode sportiva e salvarsi”, cioè per evitare “la possibilità di prendersi 13 anni di carcere” nel processo penale. E per Bongiorno sono inconsistenti tutte le accuse relative ai due match che coinvolgono Conte. Per quanto riguarda Novara-Siena, “Carobbio viene smentito seccamente da Gervasoni, secondo il quale la partita fu combinata dagli zingari e non ci furono accordi di spogliatoio”, mentre per Albinoleffe-Siena “la commissione disciplinare punisce Conte perchè il collaboratore Stellini sapeva e ha ammesso il proprio coinvolgimento, ma il principio ‘non poteva non sapere’ non è accettabile, come spiegato dalla stessa Cassazione”.

Il procuratore federale, Stefano Palazzi, replica: “La credibilità intrinseca ed estrinseca di Filippo Carobbio è dimostrata dai fatti”. “La credibilità estrinseca di Carobbio – spiega – è dimostrata dalle indagini della polizia giudiziaria e dai contatti telefonici tra gli esponenti del mondo delle scommesse e i calciatori, mentre la credibilità intrinseca del giocatore è invece provata dalla progressione del processo collaborativo, del tutto coerente e logica”. Un botta e risposta durato quasi due ore, al termine del quale Conte ha lasciato il Foro italico tra gli incitamenti di alcuni tifosi bianconeri. Davanti alla Corte di giustizia federale, oggi 13 tesserati e due club. I legali del Grosseto hanno definito “fortemente illogica, contradditoria e non supportata da alcun elemento” la sentenza di primo grado che prevede una squalifica di 5 anni per il presidente, Piero Camilli, ed esclude il club toscano dal prossimo campionato di serie B per il coinvolgimento dello stesso Camilli nella combine della partita contro l’Ancona del 30 aprile 2010. Camilli, presente in aula, ha detto: “Sono stato ucciso mediaticamente, ma davanti a voi c’è un uomo, non un presidente. Mi appello alla vostra capacità di leggere le carte”.

Poi ha aggiunto: “Faccio il presidente da circa vent’anni: di me posso dire di avere un carattere duro, ma non sono mai stato sfiorato da nulla. Ho avuto la sfortuna di avere scelto un direttore sportivo che ha portato sei criminali, ma io faccio il presidente, non entro nei discorsi tecnici”. Il riferimento è all’ex dirigente del club toscano, ora direttore sportivo del Brescia, Andrea Iaconi, che ha accusato il suo ex presidente di essere coinvolto nella presunta combine. Tra i tesserati, anche il caso del difensore del Siena, Emanuele Pesoli, che per protestare contro la sentenza della disciplinare si è incatenato per quattro giorni davanti alla sede della Figc, in via Po. I suoi legali hanno puntato sulla scarsa credibilità di Carlo Gervasoni, che accusa Pesoli della combine della partita contro l’Ancona del 30 aprile 2010, quando il giocatore vestiva la maglia del club lombardo.

Domani il processo riprende a partire dalle 9.30, con il filone della procura di Bari (oggi quello di Cremona) e le impugnazioni avanzate da Palazzi. Toccherà, tra gli altri, anche al Bologna, che rischia una penalizzazione se la Corte di giustizia federale accoglierà la richiesta conto il proscioglimento del suo ex capitano, Marco Di Vaio, e contro la derubricazione del suo giocatore, Daniele Portanova. Attesa, soprattutto, per gli juventini Simone Pepe e Leonardo Bonucci, che Palazzi ha riportato in giudizio dopo il proscioglimento in primo grado. Sempre domani, il Lecce cercherà di ribaltare la sentenza della disciplinare (esclusione dal campionato di serie B), ma Palazzi è pronto a chiedere cinque punti di penalizzazione per il club salentino per il coinvolgimento del suo ex capitano, Giuseppe Vives, prosciolto in primo grado.