Londra (Regno Unito), 10 lug. (LaPresse/AP) – Secondo giorno di processo a Londra per il capitano del Chelsea, John Terry, accusato di offese razziste nei confronti del calciatore del Qpr, Anton Ferdinand. Il calciatore inglese ha sempre negato le accuse. Terry si è presentato anche questa mattina dinanzi ai magistrati della Corte di Westminster, ribadendo che gli epiteti nei confronti di Ferdinand erano solo “imprecazioni” e non degli insulti razzisti. “Mi hanno accusato di tante cose nella mia carriera, ma non mi aspettavo proprio di essere definito anche razzista”, ha dichiarato Terry.
Nel corso della seconda udienza, Terry ha portato ad esempio del suo comportamento non razzista il lavoro di assistenza ai giovani calciatori africani e ad alcune associazioni di beneficenza. In una dichiarazione alla polizia ascoltata in tribunale, il difensore inglese ha spiegato che il linguaggio usato durante la partita era “reattivo e non accusatorio”. Nel difendersi dalle accuse, Terry ha evidenziato il suo contributo per integrare un “gruppo multiculturale di giocatori” nel Chelsea e il suo sostegno alle attività benefiche di ex compagni di squadra come Marcel Desailly e Didier Drogba.
“Il mio impegno per questi progetti dimostra che non sono razzista”, ha dichiarato Terry alla polizia. L’ex capitano dell’Inghilterra rischia una multa massima di 2.500 sterline e potrebbe diventare il primo calciatore in Inghilterra condannato per insulti razzisti durante una partita.