Calcioscommesse, patteggiano tutti: Atalanta -2, Doni stop 2 anni

Roma, 31 mag. (LaPresse) – Alla Commissione disciplinare della Figc sono servite oltre due ore di camera di consiglio, al termine di una giornata, la prima, in cui il calcio delle ‘piccole’ é stato messo alla sbarra (uscendone con le ossa non troppo rotte), per accogliere tutte, o quasi, le richieste di patteggiamento dei club e dei tesserati per il processo sul primo filone delle inchieste sul calcio scommesse. Delle 24 richieste complessive avvallate dal procuratore federale Stefano Palazzi, l’unica respinta è stata quella presentata da Alessandro Sbaffo “in quanto incongrua”, che a fronte dei 3 anni di squalifica chiesti inizialmente dalla procura aveva patteggiato per ottenere lo sconto a 2 anni commutati in 16 mesi lontano dai campi di gioco e 100mila euro di ammenda. Il bilancio della giornata, per i cronisti che affollavano l’ex Ostello della Gioventù é stato quello di una ‘patteggiopoli’ generale. Dopo lo stralcio dal processo delle posizioni dei 5 deferiti colti da misure si custodia cautelare (Marco Turati, Inacio Josè Joelson, Paolo Domenico Acerbis, Alessandro Pellicori e Cristian Bertani), la giornata era proseguita con la richiesta di estromissione dal processo, avanzata dai legali del Rimini, deferito per errore della procura federale che gli ha attribuito la responsabiltà oggettiva della condotta di Daniele Vantaggiato, tesserato all’epoca dei fatti per una società scomparsa al termine della stagione 2010-2011. La richiesta è stata accolta da Palazzi e anche dalla Commissione disciplinare perché “il Rimini deferito è società che non presenta continuità con la precedente società”.

Poi è stata la volta della lunga lista di patteggiamenti, accolti dalla disciplinare, e che porteranno Cristiano Doni a scontare altri 2 anni di squalifica, Carlo Gervasoni, Filippo Carobbio e Kewullay Conteh e 1 anno e 8 mesi, Francesco Ruopolo 1 anno e 4 mesi, stessa pena per Alex Pederzoli che dovrà pagare anche un ammenda di 10mila euro. Antonio Narciso dovrà stare lontano dai terreni di gioco per 1 anno e 3 mesi, Dario Passoni 1 anno e 2 mesi, Mirco Poloni 1 anno. A Juri Tamburini toccherà star fermo 10 mesi, ad Andrea De Falco 6 mesi, 5 a Alfonso De Lucia e 4 a Edoardo Catinali e Nicola Mora. Vittorio Micolucci sconterà 4 mesi che si sommano alla precedente squalifica di 1 anno e 2 mesi del processo precedente e anche Giancarlo Parlato dovrà aggiungere alla squalifica precedentemente comminatagli altri 2 mesi. Per la prima volta nella storia della giustizia sportiva i club hanno patteggiato una penalizzazione. Nella prossima stagione l’Atalanta partirà con 2 punti penalizzazione e pagherà una multa di 25mila euro, il Livorno 15mila euro di ammenda, il Modena sconterà 2 punti di penalizzazione, la Cremonese 1 punto e 30mila euro di ammenda, l’Ascoli 1 punto e 20mila euro, il Frosinone partirà a -1 e il Grosseto con 6 punti di penalizzazione e 40mila euro di ammenda. Il caso del club toscano, chiamato a rispondere della responsabilità oggettiva per illecito sportivo in 4 gare e di omessa denuncia in altre 4 gare e per la condotta di diversi tesserati deferiti, era tra i più spinosi. Prima che la disciplinare si pronunciasse accogliendo la richiesta di patteggiamento, infatti, gli avvocati di Nocerina (Mario Stagliano) e Vicenza Calcio (Antonino De Silvestri) hanno chiesto alla commissione, presieduta da Sergio Artico di non accogliere la richiesta dei maremmani perché secondo i legali dei campani e dei veneti il Grosseto avrebbe dovuto scontare molti più punti di penalizzazione e in ogni caso la penalità doveva essere comminata in questa stagione. L’accoglimento del patteggiamento ha scatenato l’ira dei dirigenti della Nocerina presenti in aula: “Complimenti – hanno urlato rivolti ai cinque componenti del collegio giudicante e annunciando un ricorso – oggi avete legalizzato l’illecito sportivo. Vergogna. Vergogna”.

Nel corso della giornata sono state respinte anche le istanze di audizione di Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio, presentate dai legali di molti tesserati accusati. “Tutte le chiamate in correità sono riscontrate, lo dimostreremo nel dibattimento”, ha spiegato Palazzi che ha aggiunto: “Non ci sono motivi per mettere in dubbio l’attendibilità di Gervasoni e Carobbio. Accusarli di calunnia è una operazione difficile da sostenere, anche se capisco che è il prezzo da pagare per chi decide di dare un taglio con il passato. Gli stessi Farina e Pisacane, che hanno avuto il coraggio di fare un atto dovuto, hanno dovuto fare i conti con l’ostilità dell’ambiente”. Per Palazzi “la messe di patteggiamenti che c’è stata, pur davanti a sanzioni non da poco, dimostrano ulteriormente la bontà delle dichiarazioni di Gervasoni e Carobbio. E’ del tutto superfluo riascoltarli qui”. “Se la collaborazione di Carlo – ha rivelato l’avvocato di Gervasoni, Filippo Andreussi – fosse stata soltanto di comodo per ottenere uno sconto della pena, dal giorno successivo il sottoscritto non sarebbe stato raggiunto da minacce di morte”. Domani mattina alle 9.30 andrà in scena il secondo round con la requisitoria del procuratore federale, Stefano Palazzi, alla quale seguiranno a partire dalle 11.30 le repliche dei colleggi difensivi: il primo a intervenire sarà l’avvocato Luca Curatti, difensore di Marco Paoloni. Dopo l’accoglimento dei patteggiamenti di 7 club e di 16 tesserati, lo stralcio dal processo della posizione dei 5 arrestati e l’estromissione del Rimini, il processo ora vede ancora coinvolte 14 società e 40 tesserati.