Siena, 30 mag. (LaPresse) – Seconda giornata interrogatori alla procura di Cremona nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. Oggi sono stati sentiti il calciatore del Padova Omar Milanetto, il e il calciatore del Modena Marco Turati e Stefano Mauri capitano della Lazio. Nel frattempo il procuaratore di Cremona Roberto Di Martino ha smentito la notizia circa una possibile deposizione del capitano della Nazionale Gigi Buffon come persona informata dei fatti, alla luce delle sue dichiarazioni sul “meglio due feriti che un morto”.
“Stefano Mauri ha negato ogni addebito. E’ stata fornita una ricostruzione al vaglio degli inquirenti, ma abbiamo concordato con la procura e il gip il massimo riserbo per consentire tutte le valutazionui e per verificare l’attendibilità alle sue dichiarazioni”, hanno detto i legali di Stefano Mauri, Matteo Melandri e Amilcare Buceti, al termine dell’interrogatorio. “Stefano ha avuto la possibilità di dare ogni esauriente motivazione a tutti i passaggi riportati nell’ordinanza. Questo – hanno dichiarato i due legali a Sky Sport – renderà da parte della procura delle operazioni di riscontro all’esito delle quali immaginiamo la posizione possa essere di estraneità ai fatti”.
Sui suoi rapporti con lo ‘zingaro’ Ilievski, i legali di Mauri replicano: “Mauri non ha mai avuto alcun rapporto con questo signor Ilievski, se poi costui abbia avuto la possibilità di farsi fotografare accanto a un calciatore famoso potrebbe anche emergere, ma allo stato riteniamo sia una semplice illazione. Non c’è nessun collegamento tra i due”. Infine, i due legali parlano delle condizioni del capitano della Lazio: “Mauri è sereno, si è espresso con la stessa determinazione mostrata nei giorni scorsi. Sta bene e aspetta solo di tornare a casa. Sulle misure cautelari attendiamo per venerdì un riscontro del gip Salvini”.
“Milanetto ha risposto a tutte le domande e ha fugato ogni ombra sia sul raporto con il bosniaco, sia sulla serata passata a Milano e su quella di Modena con Mauri e altri giocatori”, ha detto Mattia Grassani, legale di Omar Milanetto, ai microfoni al termine dell’interrogatorio. “Nelle quasi 500 pagine dell’ordinanza – prosegue l’avvocato Grassani – il nome di Milanetto viene pronunciato poche volte e per un solo episodio. Siamo fiduciosi che domani la custodia cautelare possa essere revocata dal gip, a tal proposito domani mattina presenteremo una istanza di scarcerazione”.
Milanetto è chiamato in causa per una presunta combine in un derby contro la Sampdoria. “Quella partita non ha portato Milanetto in carcere, è stata oggetto di domande, ma la posizione del calciatore è quella di una partita nella quale ha effettuato l’assist per il gol decisivo al 90′ di Boselli. Non c’è nessuna ombra sul derby, quindi”. L’avvocato Grassani, ha poi concluso: “Abbiamo presentato tutta la documentazione relativa al suo reddito, le sue proprietà e a tutte le attività extracalcistiche. Siamo convinti di aver dimostrato la totale estraneità del calciatore”.
“L´ho trovato bene anche se ovviamente dispiaciuto e tranquillo sulla base di quanto letto nel provvedimento cautelare, in cui ci sono notazioni su di lui blande”, ha detto invece a Radio Sportiva l’avvocato Emilio Ricci, legale del presidente del Siena Massimo Mezzaroma. “Come ogni indagine penale ha i suoi sviluppi – spiega – abbiamo preso contatti con il pm Di Martino dichiarando la nostra disponibilità a chiarire e presentare la nostra versione: non appena si sarà risolta la parte relativa ai detenuti, valuteremo ma credo che chiederemo di essere sentiti”.
Per il legale del presidente del Siena l’intenzione del suo cliente è di “parlare per rappresentare la nostra assoluta estraneietà riguardo ai fatti per i quali Mezzaroma è stato iscritto nel registro degli indagati e subito una perquisizione di fatto con esito negativo. Io posso dire che non vi sono fatti rilevanti, che nessuna azione che sia stata possa in essere da Massimo Mezzaroma è suffragata da riscontri per quanto emerso finora. È assolutamente estraneo, poi noi non possiamo escludere che ci sia stata qualche infedeltà di altri tesserati ma le valuteremo adeguatamente, non certamente del presidente, verso il quale le accuse sono assolutamente false e destituite di ogni fondamento”.
“Sono una persona pulita, non ho mai giocato neanche una schedina in vita mia, e venti anni di carriera sono lì a testimoniarlo”. Dalla Georgia, Kakhaber Kaladze, ex difensore di Milan e Genoa, si difende in una intervista esclusiva al sito ilVostro.it. Il calciatore georgiano, appena ritiratosi per tornare in patria e scendere in politica, non ci sta a essere tirato dentro il calderorene dell’inchiesta sul calcioscommesse. Kaladze conferma di conoscere il pregiudicato bosniaco Safet Altic, indicato come uno dei così detti zingari.
“Ho conosciuto questo Altic – dichiara – che mi è sempre stato presentato come Sergio, in una cena della squadra. Me lo ha presentato come suo amico Giuseppe Sculli. In tutta la mia vita l’avrò visto non più di cinque, sei volte sempre in cene di gruppo con altra gente, salvo una volta in cui mi fu chiesto da Sculli il favore di accompagnarlo ad una presentazione di una squadra di calcio a Serravalle: sono rimasto non più di dieci minuti e sono andato via. Non avevo con lui alcuna frequentazione di carattere personale”.