Ryder Hesjedal vince il 95° Giro d’Italia

Milano, 27 mag. (LaPresse) – Sapessi com’è strano vedere un canadese vincere a Milano. Il Giro d’Italia incorona Ryder Hesjedal, trionfatore a sorpresa del Giro orfano di big. Un successo meritato, quello del corridore della Garmin, che conferma di un’edizione di stampo ‘globale’, che ha visto salire sul podio oltre agli italiani, americani, britannici, colombiani, danesi, costaricani, cechi e spagnoli.

“Ho realizzato un sogno”, ha detto Hesjedal, dopo il trionfo. “Quando ho pensato di aver vinto? A 5 km dall’arrivo”, racconta il canadese della Garmin. “Il primo bacio? Va a mia moglie, l’amore della mia vita”, prosegue Hesjedal che descrive la maglia rosa ottenuta oggi “il risultato di una vita di lavoro. E’ da tanto che corro in bici. Anno dopo anno, i pezzi si sono messi insieme. Non potrei essere più felice”. Sulla possibile partecipazione al Tour de France, il canadese si limita a dire: “Ci penserà tra qualche giorno. Come mi sento? Davvero bene”.

Hesjedal, reduce dal mondo delle mountain bike, ha conservato per sé il podio più importante: quello della classifica generale, vinta senza mai un successo di tappa. Il canadese, vera sorpresa del Giro, ha mostrato un’inaspettata sicurezza nei momenti decisivi e si è reso protagonista dopo la prima settimana, a partire dalla prima maglia di leader indossata a Rocca di Cambio.

L’ex biker è stato bravissimo a contenere le ambizioni di Rodriguez beffandolo nella crono decisiva. Tappa dopo tappa, Hesjedal si è costruito gradualmente la fama di favorito, resistendo alle insidie di Cortina e Pampeago e all’impresa di De Gendt sullo Stelvio, dove il destino del Giro è parso di nuovo in discussione.

Come non detto: nella crono finale, con una spettacolare rimonta Hesjedal ha rimontato i 31 secondi di svantaggio sul grintoso ‘Purito’, che comunque conclude il suo Giro a testa alta, regalandosi il successo più importante della sua carriera e la prima volta di un canadese nella corsa rosa. Un’edizione che ha lasciato agli italiani solo le briciole, con Scarponi e Basso fuori dal podio e costretti ad inchinarsi ad un campione che mai ad inizio corsa avrebbero pensato di dover temere.