Nuove norme Coni, dopo arresto sospeso consigliere Fin Marotta

Siracusa, 3 feb. (LaPresse) – Non solo due noti politici siracusani, l’ex sottosegretario e ex deputato siciliano della Dc, Luigi Foti, e l’attuale presidente della provincia di Siracusa, Nicola Bono, sono finiti nei guai per l’inchiesta ‘Oro blu’. Agli arresti domiciliari, infatti, è finito anche Giuseppe Marotta, ex ad della Sogeas, la società che gestiva il servizio idrico a Siracusa. Marotta, infatti, è conosciuto nel mondo dello sport in quanto consigliere federale della federazione italiana nuoto e da 15 anni presidente dell’Ortigia Siracusa di Pallanuoto. Il dirigente è accusato, in concorso con i due politici, di tentata concussione in concorso per la gestione irregolare del servizio idrico del capoluogo aretuseo. Per lui, quindi, è stata immediata la sospensione in via cautelare dal consiglio federale della Fin, in base alle nuove norme del codice etico del Coni, approvate proprio nella giornata di ieri. Le nuove norme prevedono la sospensione automatica in via cautelare dei componenti degli organismi sportivi che sono stati condannati anche con sentenza non definitiva per i delitti indicati nell’elenco allegato al Codice etico o che sono stati sottoposti a misure di prevenzione o di sicurezza personale. Marotta, appena tornato in Italia dopo aver guidato in Olanda la delegazione della nazionale italiana di Pallanuoto che ha trionfato agli europei di Eindhoven, è agli arresti domiciliari. La sospensione permane sino ad una successiva sentenza assolutoria o alla conclusione del procedimento penale o alla scadenza o revoca delle misure di prevenzione o di sicurezza personale. Per il momento la federazione italiana nuoto non ha rilasciato commenti sulla vicenda.

Gli arresti sono il frutto di oltre un anno di indagini sviluppate nell’ambito della gestione del servizio idrico integrato nella provincia di Siracusa e svolte, su coordinamento della procura aretusea, dalla sezione di polizia giudiziaria della procura e dai carabinieri del reparto operativo. Il gip accogliendo le richieste della procura nei confronti di Foti e Marotta ha ritenuto, in questa fase, di rigettare l’istanza cautelare avanzata nei confronti del presidente della Provincia perché: “le argomentazioni della Procura – scrive il magistrato – basate su dati temporali precisi, non sono certamente peregrine, e costituiscono sicuramente base importante di un quadro indiziario che appare ragionevolmente sostenibile, tenendo presente la ricostruzione complessiva della vicenda. Resta però – quanto alla seconda e più rilevante serie di coincidenze temporali e cioè quanto a ciò che avviene a cavallo della precisa richiesta di affidamento della gara di riscossione degli insoluti alla Teleservizi di Caserta – la più volte evidenziata assenza di collegamenti diretti tra il Bono e detta società e di richieste dirette del Bono in tal senso, alle persone offese”.

Secondo l’accusa Bono, in qualità di presidente pro tempore dell’Ato idrico di Siracusa e abusando dei suoi poteri, Marotta in qualità di amministratore delegato della Sogeas Spa e Foti, esponente del Pd di Siracusa, avrebbero minacciato gli amministratori della Sogeas Ato Idrico 8 spa di risolvere il contratto di concessione se non avessero accettato le loro richieste. In particolare, secondo l’accusa, i tre politici avrebbero preteso l’assunzione del segretario particolare di Bono, di affidare il servizio di riscossione delle bollette insolute a una ditta esterna con percentuali di guadagno più alte e di rinunciare alla realizzazione di alcune infrastrutture provinciali. Il reato non sarebbe però stato consumato ma solo tentato perché le vittime hanno sporto denuncia determinando l’intervento dell’autorità giudiziaria tra marzo e dicembre 2010. Nel corso dell’attività di indagine, inoltre, la procura ha accertato anche una rilevante turbativa d’asta realizzata nel corso della procedura per l’affidamento del servizio idrico alla società Sai8. Marotta, inoltre, come ex ad della Sogeas, sarebbe stato a conoscenza anche di una fidejussione irregolare per la partecipazione ad una gara pubblica con la società Saccecav. Quindi è accusato anche dell’articolo 353 del codice penale ovvero ‘turbata libertà degli icanti’.