Gervasoni: Altre 10 gare truccate. Legale Doni: Ha agito per l’Atalanta

Cremona, 27 dic. (LaPresse) – Ci sarebbero altre 10 partite ‘truccate’, oltre a quelle individuate dagli investigatori di Cremona, di cui almeno 3 di serie A. A rivelarlo è il giocatore del Piacenza, Carlo Gervasoni, sentito oggi dal procuratore capo Roberto Di Martino e la scorsa settimana davanti al gip Guido Salvini. Il calciatore ha anche precisato che le combine per 2 delle 3 partite di serie A di cui ha parlato davanti a entrambi i magistrati sono andate a buon fine. Gervasoni avrebbe anche fatto i nomi di una ventina di giocatori che potrebbero essere coinvolti nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse.

Tra loro, da quanto si è appreso, non ci sarebbero però nomi particolarmente famosi. Il giocatore, squalificato per 5 anni dalla giustizia sportiva, è accusato di aver fornito all’associazione a delinquere “un contributo stabile con particolare riferimento alle partite che vedevano coinvolte le squadre nelle quali via via militava, Mantova, Cremonese e Piacenza, svolgendo altresì attività per reclutare calciatori disponibili a farsi corrompere e mantenendo con costoro i contatti”.

Nel frattempo, il gip Guido Salvini oggi ha concesso gli arresti domiciliari per il giocatore dello Spezia Filippo Carobbio, che ha così potuto lasciare il carcere di Cremona, come sabato scorso avevano fatto l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, il gestore dello stabilimento balneare di Cervia Antonio Benfenati e l’ex preparatore atletico del Ravenna Nicola Santoni, tutti arrestati il 19 dicembre scorso con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e frode sportiva.

Dopo l’interrogatorio-fiume di Gervasoni è stato il turno di Alessandro Zamperini, l’ex giocatore che contattò il difensore del Gubbio Simone Farina per manipolare il risultato della partita di Coppa Italia tra gli umbri e il Cesena. Farina rifiutò l’offerta e denunciò l’accaduto alle autorità.

“Nonostante fosse il personaggio più noto, credo avesse un ruolo marginale”. Così Salvatore Pino, legale del centrocampista dell’Atalanta Cristiano Doni, ai microfoni di Radio Sportiva chiarisce la posizione del suo assistito, ‘nome forte’ dell’inchiesta. “Dal punto di vista umano – precisa il legale – credo che tutto sia partito dalla retrocessione della squadra in B e dal desiderio di riportarla su. Gli si è paventata la possibilità di ottenere risultati facili. Poi indubbiamente – chiarisce Pino – delle scommesse ci sono state. Ma sotto il profilo umano, ha specificato che mai nella mia vita si sarebbe sognato di vendere una partita contro la sua squadra”.

Per il legale, “gli inquirenti hanno creato l’atmosfera giusta. Fatti ormai noti, mi riferisco in particolare ad Atalanta-Piacenza ci si è concentrati soprattutto su questo. Se il Gip ha fatto dichiarazioni ha suoi convincimenti – dice ancora l’avvocato – ma non se n’è parlato per nulla. A lui non è stato richiesto di chiamare in correità altri soggetti”. Riguardo i rapporti tra Doni e gli altri coinvolti nell’inchiesta, Pino chiarisce: “Ha avuto contatti con Santoni che credo fosse a sua volta in contatto con Buffone, poi se alle spalle di Santoni ci fossero gli altri soggetti indagati nella prima tornata non lo so dire”.