Calciopoli, Moggi: Sentenza già scritta. Lepore: Confermate ipotesi

Milano (Italia), 9 nov. (LaPresse) – “Per ora è il primo round. C’era poco da dire, se non che era tutto già scritto. Ora c’è l’appello ma devo dire che ci sono delle stranezze. Se si parla di partite come Chievo-Fiorentina o Udinese-Brescia, secondo gli investigatori, cosa c’entra la Juve?”. Lo ha detto l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, ai microfoni di Sky Sport parlando della condanna subita ieri nel processo penale di Calciopoli.

“Per ora non ci sono elementi per analizzare, la sentenza è stata emessa ieri e dobbiamo aspettare. Ieri – prosegue Moggi – non avevo voglia di parlare, poi mi son visto le cose e sicuramente andremo a un appello sperando in una giustizia vera. Altrimenti poi dovremo aspettare solo la giustizia divina”.

“Non capisco il comunicato della Juve, sembra quasi che abbia giocato io da solo. Ma è la vita, ci tocca cercare di capire tutto e non c’è dubbio che mi difenderò fino in fondo”, dichiara ancora Moggi all’indomani della sentenza che lo ha condannato a 5 anni e 4 mesi per associazione a delinquere. “Ribadisco che la Juventus vinceva perchè era forte e non vinceva Moggi. Era la Juve ad andare in campo – prosegue – quando scrivono ‘estraneità dei fatti’ non saprei cosa possa significare. E’ vero che la società bianconera è l’unica ad essere stata penalizzata e quegli scudetti sono stati vinti sul campo”.

“Come Procura siamo soddisfatti, è la conferma che non abbiamo creato falsi problemi ma che tutto quanto ipotizzato era vero”. E’ la replice del Procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore, ai microfoni di Radio Radio. “È una sentenza che conferma l’ottimo lavoro fatto dai miei sostituti e d’altra parte che eravamo nel vero quanto abbiamo sostenuto l’accusa. Il tutto – prosegue Lepore – nonostante i tentativi di pregiudicare le indagini prima con la fuga di notizie e poi con una serie di accuse frutto di immaginazione”. Il procuratore capo di Napoli smentisce l’accusa di aver indagato in una sola direzione. “Non è vero – replica Lepore – abbiamo valutato tutti gli elementi e abbiamo agito sui fatti che costituivano reato e non potevamo creare reati per far contenti queste o altre squadre. D’altronde la pubblicazione di tutte le intercettazioni da parte di un settimanale (L’Espresso, ndr) significò il blocco delle indagini”.