Napoli, 8 nov. (LaPresse) – Alle ore 20 il giudice Teresa Casoria, della nona sezione del Tribunale di Napoli ha letto la sentenza per il processo Calciopoli: 16 le condanne, 8 le assoluzioni. La decisione più pesante è quella per Luciano Moggi, condannato a 5 anni e 4 mesi, oltre al Daspo e all’interdizione per i pubblici uffici, per “promozione della associazione a delinquere”; a 3 anni e 8 mesi è stato condannato l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo; a 2 anni 2 mesi l’ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini; a 1 anni e 11 mesi gli ex arbitri Pierluigi Pairetto e Massimo De Santis; a 1 anno e 8 mesi Salvatore Racalbuto; a 1 anno e 6 mesi Pasquale Foti; a 1 anno e 5 mesi Paolo Bertini e Antonio Dattilo. Condannati a 1 anno e 3 mesi per frode sportiva, inoltre, Andrea e Diego Della Valle e Claudio Lotito. Condannato a 1 anno e 3 mesi anche il dirigente della Fiorentina Sandro Mencucci; a 1 anno invece l’ex dirigente del settore arbitri del Milan Leonardo Meani, Claudio Puglisi e Stefano Titomanlio. Queste le assoluzioni: Pasquale Rodomonti, Maria Grazia Fazi, Mariano Fabiani, Gennaro Mazzei, Ignazio Scardina, Marcello Ambrosino, Enrico Ceniccola e Silvio Gemignani.
“Questa è il giudizio della corte. Mi aspettavo una sentenza negativa in quanto il pm aveva fatto delle richieste ancora più consistenti. Aspetto le motivazioni poi faremo i nostri passi”. Questo il commento di Paolo Bergamo. “Sono sereno – ha aggiunto – dobbiamo accettare la giustizia per come ci viene proposta. Quello che ha deciso il tribunale è sulla base delle intercettazioni io non ho niente da rimproverarmi”. “Quando siamo stati indagati – ha concluso – ero convinto che non ci sarebbe stato rinvio a giudizio dopo invece sono sempre stato convinto che le cose sarebbero andate in maniera negativa”.
“Tutti aspettavamo una sentenza diversa ma oggi parlano le sentenze. Oggi purtroppo è stata scritta una pagina di mala giustizia non per la mia condanna ma per quello che abbiamo visto con telefonate tagliate indagini fatte in questo modo e tutto quello che si può fare per tagliare addosso ad una persona il vestito”, così l’ex arbitro Massimo De Santis.
“Moggi era sconcertato, mi ha detto: ‘non ci credo'”. Ha spiegato il consulente della difesa di Luciano Moggi, Nicola Penta. “Questa sentenza, che non mi aspettavo, da ragione ai pm ma questa è solo la prima battaglia cercheremo di ribaltare tutto in appello”, ha aggiunto. “Resta il rammarico perchè due anni e mezzo di dibattimento non sono serviti a nulla. A questo punto andremo avanti con l’ascolto delle intercettazioni e ne porteremo anche altre che sono state scartate”.
“Aspettiamo le motivazioni – faremo sicuramente appello. Non ci aspettavamo questa sentenza ma ne prendiamo atto”, gli ha fatto eco l’avvocato difensore di Moggi, Maurilio Prioreschi. “Le schede svizzere? Luciano Moggi non ha mai dato una scheda ad un arbitro. Ne ha data una al designatore Bergamo ma non certo per parlare di cose segrete come griglie o designazioni arbitrali ma ripeto prima di parlare dobbiamo conoscere le motivazioni”, ha concluso.
Netto anche il commento della Juventus, affidato ad un comunicato sul proprio sito: “La sentenza odierna afferma la totale estraneità ai fatti contestati di Juventus, che presso il tribunale di Napoli era citata in giudizio come responsabile civile a titolo di responsabilità oggettiva ai sensi dell’articolo 2049 c.c.- recita la nota – Tale decisione, assunta all’esito di un dibattimento approfondito e all’analisi di tutte le prove, stride con la realtà di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juventus è stata l’unica società gravemente colpita e l’unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni – aggiunge la nota – Juventus proseguirà nelle sue battaglie legittime per ripristinare la parità di trattamento”.