Troppe defezioni, in Lega non si parla di contratto

Milano (Italia), 19 ago. (LaPresse) – “Non si è parlato di contratto, troppe defezioni”. Così il dirigente dell’Udinese Gino Pozzo al termine della riunione di Lega di oggi a Milano. Sull’argomento è intervenuto anche il dg del Parla Pietro Leonardi. “C’è bisogno di tempo per l’accordo e per non incorrere in problemi futuri. E’ meglio approfondire. Lo sciopero? Non spetta alla lega decidere se il campionato inizierà o meno – ha detto – mi auguro si trovi una soluzione”.

“Il contributo di solidarietà? L’interpretazione degli esperti è univoca, l’importante è che si convenga con l’Aic che il contributo richiesto alle persone fisiche sia condiviso dal mondo dei calciatori. Non penso ci siano rifiuti o sorprese. La logica porta a condividere una posizione del genere. E’ nell’interesse e nella credibilità di tutti trovare un accordo”. Lo ha detto il presidente della Lega A Maurizio Beretta al suo arrivo in Lega calcio a Milano.

Il presidente di Lega ha anche informato su un incontro che c’è stato questa mattina prima della riunione di Lega: “Ci siamo incontrati questa mattina con la Lega di serie B, con la Lega Pro e la Lega Dilettanti, e abbiamo convenuto, a fronte di questa situazione non facile di carattere generale del calcio italiano, di adottare posizioni comuni. E questo è un elemento molto importante in una fase delicata come questa”.

Beretta ha fatto anche il punto sul rinnovo del contratto collettivo: “Ci sono tutte le premesse per arrivare a una intesa. Percentuale che non si giochi? Spero siano basse”.

“Ci sono molti temi delicati ma si troverà una soluzione”, aggiunge l’amministratore delegato dell’Inter Ernesto Paolillo. “Il nodo da sciogliere è quello dei fuori rosa, ma ci sono anche altre cose da vedere e credo che sia arrivato il momento di chiudere – ha detto – bisogna fare il punto definitivo della situazione prima dell’inizio del campionato”.

Non ha dubbi il dirigente interista che a pagare il contributo di solidarietà debbano essere i giocatori. “Dovrebbe essere esposta e scritta in modo tale che sia indubbio che chi la paga sia l’individuo e non la società. Scriverlo nell’accordo collettivo – ha concluso – farebbe chiarezza”.