Roma, 10 ago. (LaPresse) – Il centrocampista della Roma Ahmed Barusso e l’attaccante Stefano Okaka sono stati vilmente aggrediti ieri fuori dal centro sportivo di Trigoria e le loro vetture sarebbero state prese a calci. Particolare accanimento nei confronti del 26enne centrocampista ghanese, che potrebbe liberare un posto da extracomunitario in caso di cessione. Il gruppo di facinorosi ha riprovevolmente sfogato su di lui la frustrazione per un mercato della Roma bloccato in entrata.
“E’ un bruttissimo episodio – ha detto a calciomercato.it Leonardo Giusti, agente del giocatore – Sia io che Ahmed siamo consapevoli che la Roma non c’entra niente, è stato il gesto di alcuni individui. Ahmed è tranquillo, continua a lavorare e finché non si presenteranno club con progetti veramente interessanti, in Italia o all’estero, non prenderà in considerazione un addio. Non vuole lasciare Roma come un pacco postale, per fare un favore a Sabatini o a DiBenedetto, vuole farlo perché al centro di un nuovo progetto”.
Nei giorni scorsi si era parlato di un interessamento del Maccabi Haifa. “In Israele non va, perché non ci sono questi presupposti”, ha detto l’agente. Sui 4 anni trascorsi alla Roma, Giusti ha detto: “Dispiace che li abbia vissuti come turista e che non abbia mai avuto una possibilità. Lui vorrebbe fare il proprio lavoro per far ricredere Luis Enrique, anche se non gli viene data l’opportunità. Si allena ai margini della squadra e può fare poco”.
Nel pomeriggio è arrivata la presa di posizione della societ, che attraverso una nota apparsa sul proprio sito ha espresso rammarico “per gli incresciosi episodi di cui sono rimasti vittime Ahmed Barusso e Stefano Okaka all’uscita del centro sportivo di Trigoria dopo l’allenamento di ieri”. “Nel ricordare che il perseguimento delle proprie strategie di mercato prescinde dalle decisioni di alcuni suoi tesserati – si legge ancora – la società manifesta piena solidarietà ai calciatori interessati e si augura che il rapporto con la tifoseria continui ad essere impostato nel pieno e reciproco rispetto dei ruoli”.
“Quanto alla presunta, e quindi non verificata, mancanza di disponibilità di qualche suo tesserato a firmare autografi o a scattare foto con i tifosi fuori dal centro sportivo, la società annuncia che sono allo studio iniziative che potranno regolamentare tale consuetudine”, conclude la Roma.