Milano, 7 ago. (LaPresse) – “Riteniamo che senza la firma dell’accordo collettivo non sia possibile iniziare un nuovo campionato”. Questo il messaggio lanciato dai capitani delle venti squadre di Serie A in un messaggio pubblicato sul sito dell’Associazione Italiana Calciatori.
“I calciatori di Serie A, come anticipato nei giorni scorsi dal presidente Aic Tommasi, vogliono portare a conoscenza dell’opinione pubblica la sconcertante situazione attualmente in atto per il rinnovo del contratto collettivo”. Così inizia il comunicato pubblicato sul sito dell’Associazione Italiana Calciatori riguardo la questione della firma del rinnovo del contratto collettivo. “Gli accordi conclusi tra la delegazione dell’Assocalciatori e la delegazione della Lega serie A e certificati dalla Figc nel mese di Dicembre 2010 – si legge – sono stati disattesi dall’Assemblea delle Società con una scelta sorprendente ed inaccettabile; in conseguenza di ciò, permane oggi un inammissibile periodo di deregolamentazione che lede le nostre tutele non di carattere economico e che potrebbe, ai sensi della legge 91/81, mettere in dubbio la validità dei nostri contratti”.
“Per quanto possa sembrare assurdo, l’Italia è oggi l’unico Paese calcisticamente evoluto nel quale non esistono precise norme contrattuali in vigore per tutti i tesserati”, continua il comunicato. “Riteniamo, quindi, che senza la firma dell’accordo collettivo non sia possibile iniziare un nuovo campionato e, per questo motivo, siamo certi che la Lega serie A terrà fede agli impegni assunti sottoscrivendo il contratto già siglato dall’Assocalciatori in data 30 maggio 2011”.
Il comunicato è stato firmato dai seguenti giocatori, in rappresentanza di tutte le squadre di Serie A: Giampaolo Bellini (Atalanta); Marco Di Vaio e Jean Gillet (Bologna); Michael Agazzi e Daniele Conti (Cagliari); Marco Biagianti e Ciro Capuano (Catania); Giuseppe Colucci e Maurizio Lauro (Cesena); Sergio Pellissier (Chievo); Alessandro Gamberini e Manuel Pasqual (Fiorentina); Alessio Scarpi ed Emiliano Moretti (Genoa); Javier Zanetti e Paolo Orlandoni (Inter); Alessandro Del Piero e Giorgio Chiellini (Juventus); Guglielmo Stendardo e Tommaso Rocchi (Lazio); David Di Michele e Guillermo Giacomazzi (Lecce); Rino Gattuso, Massimo Ambrosini e Marco Amelia (Milan); Paolo Cannavaro e Morgan De Sanctis (Napoli); Raffaele Rubino e Alberto Fontana (Novara); Fabrizio Miccoli (Palermo); Stefano Morrone e Daniele Galloppa (Parma); Francesco Totti e Simone Perrotta (Roma); Simone Vergassola e Luca Rossettini (Siena); Antonio Di Natale e Giampiero Pinzi (Udinese).
Non si è fatta attendere la risposta del presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta. “L’assocalciatori non può chiederci di firmare un testo che hanno sottoscritto senza nostro consenso”, ha spiegato a Sky Sport. “Nel testo ci sono tante cose buone, servono solo alcune integrazioni e correzioni. E si tratta di un lavoro che rappresenta il 10 di quanto discusso. Ecco perché – spiega ancora il numero uno della Lega Calcio – ho chiesto nelle scorse settimane un incontro con l’Aic per fissare questi punti. L’idea di fare sciopero anziché discutere e risolvere i problemi, è oggettivamente sorprendente”.
Beretta si mostra comunque ottimista sull’accordo. “Si sta discutendo di piccole cose, il contenuto dei problemi è modesto e limitato. Basterebbero due sessioni di lavoro per definire. Ma serve buona volontà da entrambe le parti. Ci sono tempi e condizioni per farlo. Ma non possiamo accettare – precisa però il numero uno della Lega Calcio – che ci propongano un contratto e ci dicano di mettere la firma. Le firme unilaterali non le accettiamo”.
“Ho chiesto a Tommasi di incontrarci ancora la scorsa settimana – continua – ma l’Aic non ha accettato. Rinnovo l’invito”. A Beretta viene poi chiesto se il nodo cruciale sia il punto relativo agli allenamenti differenziati per i giocatori fuori rosa: “Non vogliamo fare discriminazioni – spiega – perché il concetto di fuori rosa non esiste e non ci appartiene. Vogliamo solo che si riconosca alla componente tecnica la libertà di organizzare gli allenamenti, e flessibilità nella mano di chi decide. Cosa che del resto avviene in molte società”.