Impronte digitali per controllare gli orari: esplode la protesta dei presidi

Una lettera dell'Anp (Associazione Nazionale dei presidi) a Salvini e Di Maio in seguito a una norma contenuta nel "decreto concretezza" che prevede, anche per i dirigenti scolastici il controllo dell'orario tramite impronte 

 "L'obbligo di sottostare a controlli inutili è una misura unicamente vessatoria". Lo scrive Antonello Giannelli, presidente dell'associazione nazionale presidi, in una lunga lettera indirizzata ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. L'Anp si scaglia contro il testo del decreto-concretezza e in particolare contro l'adozione di controlli biometrici di presenza (impronte digitali) sul posto di lavoro per tutto il personale pubblico, inclusi i dirigenti, ma con "l'importante esclusione del personale docente". 

 "Quali miglioramenti vi attendete se quella disposizione sarà convertita in legge? – domanda Giannelli – In cosa migliorerà la Pubblica Amministrazione? Sarà forse più vicina alle esigenze dei cittadini, con dei dirigenti sviliti da forme di controllo superflue e irrilevanti? Vi chiedo pertanto di compiere un vero gesto politico: fate emendare il testo in discussione al Senato, eliminando quella misura inutilmente vessatoria nei confronti dei dirigenti pubblici, fedeli servitori dello Stato".

I presidi, in Italia, hanno contratti da dirigenti e sono in toto responsabili di tutto quello che accade nelle scuole di loro competenza. E' raro che un preside si attenga all'orario perché, di solito, starà a scuola per un numero di ore sicuramente maggiore rispetto al previsto senza riconoscimento di straordinario (in quanto dirigente) e con la necessità di entrare e uscire spesso da scuola per partecipare a incontri e riunioni a livello di amministrazione pubblica: incontri con assessori, iniziative sociali e culturali, trattative, concorsi ecc. In effetti, non sembrano aver torto i presidi nel definire "umiliante" la richiesta di sottoporsi a controlli di orario tramite impronte digitali.