Il Gruppo Iren apre ‘Circular plastic‘ a Borgaro Torinese (To), “uno dei più grandi impianti in Italia per la selezione e lo stoccaggio dei rifiuti plastici“. L’impianto, “altamente innovativo”, processerà ogni anno fino a 100mila tonnellate di plastiche, selezionando fino a 17 tipologie di materiali preparandoli per il recupero.
Si tratta di un progetto di Amiat Gruppo Iren e gestito da I.Blu, controllata da Iren Ambiente. L’investimento per l’economia circolare è stato di 45 milioni di euro. Amiat e I.Blu sono attive nella filiera ambientale e dell’economia circolare.
L’impianto è stato realizzato “con le più moderne tecnologie del settore, che permettono la massima flessibilità a tutti gli elementi di riciclo della plastica“. Inoltre presto si potrà testare anche un sistema per la bioplastica che si muove attraverso algoritmi di Intelligenza artificiale.
“Con l’impianto Circular plastic prosegue il forte impegno nella gestione e trattamento dei rifiuti da parte del Gruppo Iren attraverso un progetto all’avanguardia a livello internazionale – dichiara il presidente del Gruppo Iren Luca Dal Fabbro – l’innovazione e l’efficienza nell’utilizzo circolare della materia rappresenta la strategia vincente del modello industriale di Iren e valorizza un territorio strategico come il Piemonte, attraverso impianti che garantiscono autonomia nella gestione dei rifiuti, produzione di energia e creazione di valore aggiunto“.
L’impianto – viene spiegato – sorge su un’area di 77mila metri quadrati di superficie ed è in grado di trattare rifiuti sfusi derivati dalla raccolta differenziata della plastica e mono e multi-materiale, conferiti dal sistema di raccolta oppure derivanti dalle operazioni di preselezione effettuata in altri impianti dell’Italia centro-settentrionale, tra i quali l’impianto di Iren Ambiente di Pianezza.
Circular plastic comprende 130 nastri trasportatori dotati di 22 lettori ottici in grado di riconoscere e suddividere 17 tipi di polimeri e plastiche, svolgendo “una selezione accurata delle plastiche che potranno rientrare in un ciclo di recupero successivo della materia prima“. Una volta terminato il processo di selezione, la plastica viene stoccata e consegnata ai consorzi autorizzati, mentre gli scarti non plastici o le plastiche non valorizzabili vengono lavorate e preparate per il recupero energetico. Da un unico flusso di materiale l’impianto “permette quindi di dividere i differenti prodotti, selezionati per tipo di polimero e per colore, inviando agli impianti di riciclo circa l’80% del rifiuto in ingresso, e favorendo così una significativa circolarità attraverso il riuso dei materiali”. Inoltre l’efficienza si potrà “ulteriormente migliorare: all’interno di Circular plastic verrà infatti realizzata una sperimentazione legata al progetto europeo ReBioCycle, finanziato nell’ambito del programma Horizon, grazie al quale saranno testati sistemi robotici per la selezione, attraverso algoritmi di Intelligenza artificiale, delle bioplastiche“.
“L’impianto inaugurato oggi è un punto di riferimento a livello nazionale ed europeo per il settore del waste management – commenta la presidente di Amiat Paola Bragantini – l’elemento altamente innovativo del polo testimonia la lungimiranza di una società come Amiat, legata al proprio territorio ma al contempo in grado di guardare lontano e innovare. Una mission a cui affianchiamo un lavoro quotidiano di sensibilizzazione: per questo motivo anche questo impianto sarà aperto alla cittadinanza grazie a percorsi di visita dedicati, per sensibilizzare gli utenti sull’importanza del recupero per trasformare scarti in risorse“.
I lavori di realizzazione dell’impianto hanno permesso di portare a termine una completa riconversione del sito, che in precedenza ospitava un impianto di compostaggio Amiat: il cantiere, che ha avuto una durata di circa tre anni, ha visto alternarsi come massima presenza sul posto fino a 150 lavoratori delle diverse imprese appaltatrici. Sul piano della sensibilizzazione, il revamping dell’impianto è stata l’occasione per collaborare con due artiste, la fotografa Silvia Fubini e la scultrice e fotografa Ornella Rovera, che hanno realizzato ognuna un’opera ispirata all’impianto e ai temi della sostenibilità e del contrasto al cambiamento climatico; le due installazioni – alcune fotografie stampate in grandi dimensioni e una scultura – saranno posizionate all’interno del sito.