Editoria, Durante: “Il mio talento? Vedere un secondo prima degli altri”

Le parole del presidente di LaPresse: "Io sono nato ambizioso e in tutto quello che ho fatto, ho sempre vinto."

Il mio talento? Vedere un secondo prima degli altri. Nello studio, nello sport, fin da piccolo, nella mia vita quotidiana, ho sempre avuto questo intuito, questa capacità innata di riconoscere anche le più banali sfumature e di avvantaggiarmene”. Inizia così l’intervista del presidente di LaPresse Marco Maria Durante a Davide Librellotto sul blog ‘Talent is in everyone’.

Un’intervista che affronta il tema del talento e di come l’ambiente circostante possa aiutare, o meno, ciascuno di noi a sviluppare il proprio. “Il talento è l’espressione massima di ciò che uno ha dentro e che esprime esternamente. Non tutti sanno di averlo però. Molti imprenditori, molti manager cercano nei propri dirigenti i loro talenti. Perchè ognuno di noi ha un talento, ed esce fuori molto spesso attraverso l’esperienza, gli studi o un coach che ti aiuta a trovarlo. Ma non è semplice e rischia di rimanere represso”, spiega Durante.

Il fondatore dell’agenzia di stampa LaPresse parla dell’importanza dell’educazione sportiva da applicare alla vita: “Insegna le regole del gioco. Non intese come le regole di uno sport in particolare, ma le regole d’ingaggio. Se si seguono le regole sportive si seguono le regole di un’azienda, che senza regole, non va da nessuna parte”.

Partendo da qui, si può arrivare al successo: “Io sono nato ambizioso e in tutto quello che ho fatto, ho sempre vinto. Ho avuto la fortuna di vincere. Ma ho studiato tanto. Sempre con umiltà”. Il successo vero, spiega, “mi è stato dato dalla determinazione. Non sono un egocentrico e tengo molto a far crescere la squadra. Ma per crescere, l’azienda deve essere compatta e il capo deve saper dare carta bianca ai dipendenti. Che possono sbagliare; una volta, due volte. Ma alla terza non sbagliano più e alla quarta si ha un uomo in più e un problema in meno”.

Le preoccupazioni, però, non mancano: “Tre o quattro giorni prima di pagare gli stipendi, che sono milioni di euro, io non dormo. Il mio CFO mi aggiorna costantemente, ma le preoccupazioni ci sono. Fare l’imprenditore in Italia oggi, è una delle cose più difficili che uno possa fare. Tant’è che le grandi multinazionali, in Italia, non esistono più delocalizzando in paesi dove si pagano meno imposte”. Cadere è concesso, ma bisogna sapersi rialzare: “Nessuno gareggia per perdere. Ma tutti dobbiamo saper accettare la sconfitta – conclude Durante – È molto facile cadere nella vita. Cadiamo perchè siamo piccoli, perchè sbagliamo un esame, perchè ci licenziano. Ma la cosa più difficile è rialzarsi. Se uno impara a rialzarsi ha un futuro. Cadere è normale. Ma molti restano giù e si precludono il futuro senza avere la forza morale e psicologica di reagire”.

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