I bronzi di San Casciano al Quirinale. Dal 23 giugno al palazzo della presidenza della Repubblica a Roma apre la mostra ‘Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano‘, che presenta per la prima volta al pubblico le straordinarie scoperte effettuate nell’estate 2022 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. La mostra è stata inaugurata questo pomeriggio alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
L’allestimento si snoda come un viaggio attraverso i secoli all’interno del paesaggio delle acque calde del territorio dell’antica città-stato etrusca di Chiusi. A partire dall’età del bronzo fino all’età imperiale, la grande tradizione di produzioni in bronzo di quest’area dell’Etruria è presentata come una spirale del tempo e dello spazio. Oltre venti statue e statuette, migliaia di monete in bronzo ed ex voto anatomici raccontano una storia di devozione, di culti e riti ospitati in luoghi sacri dove l’acqua termale era usata anche a fini terapeutici. L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda ha permesso anche di tramandare lunghe iscrizioni in etrusco e latino che raccontano delle genti che frequentavano il luogo sacro e della compresenza di Etruschi e Romani attorno all’acqua calda. La mostra, visitabile su prenotazione nei periodi 23 giugno-25 luglio e 2 settembre-29 ottobre, è promossa dal Quirinale e dal ministero della Cultura ed è stata realizzata grazie alla collaborazione tra una pluralità di istituzioni preposte alla ricerca, alla tutela e alla promozione del patrimonio culturale centrale del rest. I restauri sono avvenuti con il supporto dell’Istitutoauro. La cura è di Massimo Osanna e Jacopo Tabolli, l’allestimento è stato curato da Chiara Bonanni e Guglielmo Malizia. Il catalogo è a cura di Treccani.
In mostra una scelta di opere fra quelle che faranno parte dell’esposizione permanente del museo, che avrà sede nel Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano dei Bagni, destinato a ospitare i reperti provenienti dallo scavo e dalle ricognizioni archeologiche nel territorio. In particolare si notano la splendida statua in marmo dell’Afrodite del tipo di Doidalsas, copia romana di età traianea (II secolo d.C.) da un originale ellenistico, rinvenuta nel Cinquecento presso la sorgente della Doccia della Testa; dalla vasca sacra del Bagno Grande proviene invece la statua in bronzo di Apollo in atto di scagliare la freccia, risalente al 100 a.C. Accanto alle statue delle divinità vi sono le raffigurazioni di offerenti, come il personaggio togato databile al I secolo a.C., che molte affinità presenta con il celebre Arringatore conservato al Museo archeologico nazionale di Firenze. Testimonianza dei dedicanti sono anche i votivi anatomici che riproducono parti del corpo umano. Evoca il fulgur conditum (il rito del fulmine sepolto, con cui tutto ciò che all’interno di un tempio o di un santuario veniva colpito da un fulmine doveva essere sepolto, così come il fulmine stesso) il fulmine in bronzo che fu deposto insieme a una freccia in selce all’interno di uno strato composto da tegole e coppi, che sigillò l’antica vasca etrusca, aprendo la strada alla monumentalizzazione del santuario, avvenuta in età romana, durante il regno dell’imperatore Tiberio (I secolo d.C.).
L’allestimento dagli accenti immersivi e dai toni acquatici richiama l’ambiente e il paesaggio del santuario: l’ologramma con Intelligenza artificiale (AI) che riproduce la statua di una orante, attualmente in restauro, con il volto incorniciato da una chioma di riccioli e due lunghe trecce che scendono sul petto, è infine il simbolo dei voti e delle speranze degli uomini e delle donne che frequentavano questi luoghi.