A conclusione del viaggio apostolico a Marsiglia, il pontefice ha fatto rientro a Roma

A conclusione del viaggio apostolico a Marsiglia, il Papa ha fatto rientro a Roma. Sul volo come di consueto ha paralto coi giornalisti ed è tornato sul tema dei migranti. “Se dieci anni dopo il mio primo viaggio a Lampedusa penso di aver fallito? Spero di no, dico che la crescita è andata lentamente. Oggi c’è coscienza”. Così Papa Francesco sul volo che lo riportava in Italia dopo il suo viaggio a Marsiglia. La questione dell’immigrazione “è diventata una patata bollente che non si sa come prendere. Ci sono stati casi molto brutti dove i migranti sono mandati indietro come un ping pong e si sa che tante volte finiscono nei lager, peggio di prima. È una vita terribile. È il regno del terrore. Soffrono non solo perché hanno bisogno di uscire ma – ribadisce – perché è il regno del terrore. Sono schiavi e noi non possiamo, senza vedere, rimandarli indietro. I migranti vanno accolti, accompagnati, integrati. Se non puoi integrarli nel tuo Paese li accompagni in un altro. ma non lasciarli nelle mani di questi trafficanti di morte. C’è qualche gruppo di persone che si dedica a salvare la gente in mare. Ho invitato a partecipare al sinodo uno di loro, il capo di Mediterranea. Dal primo viaggio le cose sono migliorate davvero – sottolinea – c’è più coscienza, prima non ci dicevano la verità. Questo ci farà più umani. Ci farà più umani e pertanto più divini. Lampedusa è stato il mio primo viaggio, una cosa interiore, ho sentito le storie e nella preghiera ho sentito nel cuore che dovevo andare là”. 

Ucraina, Papa: “Paesi si tirano indietro, non giochiamo con martirio”

“Questa guerra è interessata non solo da Russia e Ucraina ma dal commercio delle armi. Gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche di morte” sottolinea Papa Francesco sul volo che da Marsiglia lo riportava in Italia. “Il popolo ucraino è un popolo martoriato. È una storia molto martoriata che fa soffrire, dai tempi di Stalin ha sofferto molto. Non dobbiamo giocare con il martirio di questo popolo ma dobbiamo aiutare a risolvere nel modo possibile. Non facciamoci illusioni che domani i due leader in guerra vadano a mangiare insieme”, prosegue. “Adesso ho visto che qualche paese si tira indietro, non dà le armi. E comincia il processo dove il martire sarà il popolo ucraino. Certamente. E questa è una cosa brutta”. Il direttore della Sala Stampa Vaticana, Matteo Bruni, in merito a quest’ultima frase, precisa: “In merito ai chiarimenti che mi sono stati chiesti circa le parole dette dal Papa questa sera in aereo sulla guerra ucraina, faccio notare che sono state pronunciate nell’ambito di una riflessione sulle conseguenze del commercio delle armi: il Papa con un paradosso ha sottolineato come chi traffica in armamenti non debba mai pagare le conseguenze delle proprie scelte, ma le lasci da pagare a popoli, come quello ucraino, martirizzati”. 

Eutanasia, Papa: “Con la vita non si gioca dall’inizio alla fine”

“L’eutanasia? Oggi con Macron non abbiamo parlato di questo tema, ne abbiamo parlato in un’altra visita in cui ho detto chiaramente il mio parere: con la vita non si gioca né all’inizio né alla fine. Non si gioca” evidenzia Papa Francesco sul volo che lo riportava in Italia dopo il suo viaggio a Marsiglia. “Non si gioca”, ribadisce. “Anche la selezione prima della nascita. Stiamo attenti con le colonizzazioni ideologiche che rovinano la vita umana. Non dico che è una cosa di fede, ma una cosa umana. Con la vita non si gioca”, ribadisce. 

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