Milano, 16 mag. (LaPresse) – Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, potrebbe essere chiamato a deporre come testimone nel processo per le “condizioni disumane” dentro al Centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti irregolari di via Corelli a Milano. Lo hanno chiesto al tribunale di Milano gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, legali dell’associazione Naga, una delle parti civili ammesse dal gup Mattia Fiorentini nel processo che parte il prossimo 22 maggio a carico di Alessandro Forlenza e della madre Consiglia Caruso, ex gestori del Cpr. Sono accusati dai pubblici ministeri Paolo Storari e Giovanna Cavalleri di frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta nell’inchiesta della guardia di finanza che ha svelato come all’interno della struttura per il rimpatrio dei migranti irregolari fossero “totalmente assenti” i servizi di “mediazione linguistico culturale, orientamento legale, assistenza sociale, psicologica” e che, sebbene contrattualizzati e pagati dalla Prefettura con una gara da 4 milioni e 398mila euro, venivano documentati con “dati falsi” e firme apocrife. I migranti sarebbero stati trattenuti all’interno con un “uso smodato”, “costante e indiscriminato” di farmaci e benzodiazepine.
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