Torino, 13 set. (LaPresse) – “La situazione è molto drammatica, Derna era in via di ricostruzione dopo la guerra civile, ora c’è una distruzione di grande portata, oltre 5mila morti in pochi giorni, con i numeri che cambiano rapidamente, è un bilancio peggiore di una guerra”. Così a LaPresse Michele Servadei, rappresentante dell’Unicef in Libia. “La fase di ricostruzione sarà lunga, è una città di medie dimensioni che è stata spazzata via per metà”, aggiunge Servadei, che è nel Paese da un anno. L’Unicef ha un ufficio a Tripoli e uno a Bengasi, una settantina di persone è attualmente in Libia, di cui 9 a Bengasi, Servadei è l’unico italiano. “Stiamo lavorando con i nostri partner, con la Mezzaluna rossa libica, abbiamo in programma delle missioni in questi giorni, anche con altre agenzie Onu”, spiega Servadei, “come Unicef abbiamo mandato medicinali per 10mila persone, kit di igiene per 1100 persone, set di vestiti per bambini per 500. I bisogni maggiori sono acqua, medicine e servizi di igiene, tracciare i bambini non accompagnati, fornire assistenza psicosociale. Servono 6,5 milioni di dollari per la prima risposta”.

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