Roma, 13 mar. (LaPresse) – La Silicon Valley bank non sarà un’altra Lehman Brothers, ma rimane un problema centrale legato al sovranindebitamento globale e al ‘ritardo’ accumulato dalle banche centrali nel contrasto all’inflazione, che ora le porta ad aumentare rapidamente i tassi di interesse. Lo spiega Giampaolo Galli, direttore dell’Osservatorio Conti pubblici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, commentando con LaPresse i possibili scenari sulla scia del crack della Svb. “Il sistema mondiale è stato inondato di liquidità da parte delle banche centrali e questo ha facilitato l’accesso al debito da parte di imprese, famiglie e Stati sovrani, motivo per cui oggi il rapporto tra debiti complessivi di Stati sovrani, imprese non finanziarie e famiglie è al 250% del Pil mondiale, nel 2019 era attorno al 200%. Per dare un punto riferimento: nel 1970 era al 100%”, sottolinea Galli. Certo, rispetto al 2007 “il sistema bancario americano adesso è molto più solido ed ha anche piu liquidità. Le riserve bancarie americane ora stanno a 3mila miliardi di euro, nel 2019, prima del covid, stavano a 2mila miliardi”, afferma, scansando per ora l’ipotesi di un bis della crisi che esplose con il fallimento di Lehman Brothers. Ma il problema, a livello globale, rimane. “Questo alto indebitamento dipende anche dal fatto che quando è iniziata l’inflazione le banche centrali continuavano a ripetere che era un fenomeno temporaneo che non richiedeva aumenti di tassi. Adesso, le stesse banche centrali si trovano in grande ritardo e quindi sono costrette ad aumenti precipitosi. E questo, con un mondo molto indebitato crea problemi, che riguardano tutti e possono generare dei rischi”, osserva il direttore. “In Europa gli Stati si sono indebitati molto e quindi è comprensibile la preoccupazione del ministro Giorgetti circa un ulteriore aumento dei tassi di interesse. La categoria su cui si potrebbe riverberare questa situazione è, ad esempio, chi ha un mutuo a tasso variabile ma anche chi aveva intenzione di acquistare una casa con mutuo a tasso fisso, che ora stanno aumentando. Dipende dalle decisioni della Bce, ma ormai sono simili a quelle della Fed”, conclude l’economista.

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