Roma, 6 feb. (LaPresse) – “È un incubo, siamo stati svegliati dal tremore del letto e dagli allarmi. Le scosse di assestamento qui però non si fermano, fino all’ultima delle 13.24 ora turca. Ora la Polizia ci ha invitato e preparare una borsa e a uscire di casa”. Lo dice a LaPresse Nicoletta Battaglia, una donna italiana che si trova a Konya, a circa 300 km dalla zona di Kahramanmaras, epicentro del terremoto che ha già fatto oltre 1.500 vittime fra Turchia e Siria.
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