Milano, 17 ago. (LaPresse) – “Stiamo cercando in ogni modo di aprire un corridoio umanitario, è la nostra priorità in questo momento perché le nostre ragazze stanno rischiando la vita. Loro vorrebbero rimanere lì, ad aiutare le donne afghane, ma oggi la nostra priorità sono loro: le dobbiamo salvare per poi tornare a Kabul a lavorare in maniera diversa, a seconda di come si evolverà la situazione. Speriamo che questo corridoio si apra in fretta perché tra due giorni non so se saranno ancora vive. Dobbiamo agire in fretta perché il rischio è reale”. A raccontarlo a LaPresse Silvia Redigolo, responsabile comunicazione di Pangea onlus, dal 2003 impegnata nel Paese in progetti per le donne afghane.

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