Il tema quest'anno è come mettere la tecnologia a servizio dell'ambiente

L'innovazione salverà il nostro futuro. Con questa convinzione si apre a Torino 'Supernova2016', il festival del'innovazione in programma in città fino a domenica. Tema di quest'anno è come l'innovazione può essere al servizio dell'ambiente e se n'è discusso durante la conferenza di apertura, al grattacielo Intesa Sanpaolo. Un panel di 10 esperti internazionali ha analizzato come la tecnologia influenza i diversi ambienti in cui viviamo e operiamo quotidianamente: dall'ambito economico-finanziario con Dani Schaumann, Global Country Advisor di Intesa Sanpaolo alle sfide della tecnologia nello spazio, raccontate dall'astronauta Maurizio Cheli, dalle possibilità dell'Internet of Things spiegate dal Ceo di Microsoft Italia Carlo Purassanta all'esperienza della realtà virtuale raccontata da Dave Ranyard, ex direttore del Sony London Studio, passando per la domotica open source di Casa Jasmina con Jasmina Tesanovic.

"L'innovazione non è qualcosa che si può fare o non fare, se non la comprendiamo restiamo lontani e isolati. Per questo dobiamo capire soprattutto dove stiamo andando", ha spiegato Davide Dattoli, 25enne Ceo di Talent Garden e promotore del festival. La sfida, quindi, non è tecnologica ma culturale. "L'obiettivo – prosegue Dattoli – è che l'energia, la carica e la voglia di fare sistema continuino anche dopo il festival per cambiare il nostro mondo".

La scelta della location è caduta su Torino perché è stata riconosciuta dalla Commissione europea seconda capitale dell'innovazione dopo Amsterdam ma prima di Parigi, terza classificata. "Torino è davvero il posto giusto per l'innovazione, è uscita dal mondo industriale ed è entrata nel mondo culturale con dei risultati straordinari. Imparare da Torino è necessario per il resto d'Italia", ha spiegato Luca De Biase, editor Nova24, Sole 24 Ore, e moderatore della conferenza. "L'innovazione – ha aggiunto il giornalista – è una parola molto usata ma ci piace cercare l'innovazione che ha un senso e solo attraverso l'innovazione possiamo entrare nella sfida del cambiamento climatico per restituire al pianeta il suo futuro. L'innovazione che abbiamo in mente è quela capace di rispondere al tema della sostenibilità".á

Tra gli interventi, anche quello di Dani Schaumann, global country advisor Intesa Sanpaolo che vive da anni a Tel Aviv e ha riassunto la realtà israeliana in questo ambito. "A Tel Aviv c'è una startup ogni quattro abitanti – ha detto -. E' un ecosistema complesso e articolato, supportato a livello governativo. L'Italia dovrebbe imparare da Israele: ogni università ha un comitato che sceglie le tecnologie più importanti e vende alle aziende un pacchetto di brevetti nati negli atenei". "Dobbiamo cercare la via italiana all'innovazione perché non avremo mai la potenza di Israele", ha precisato Carlo Purassanta, ceo Microsoft Italia. Purassa. "Siamo stati spesso il numero 1 al mondo e il made in italy su Google è la terza cosa più cercata al mondo. Negli anni 90 – ha spiegato il ceo di Microsoft Italia – sono andato via e sono tornato nel 2013. Ho trovato un Paese che ha perso il suo fuoco e non punta più ad essere il numero uno. La tecnologia è l'asset più importante, noi spendiamo troppo poco del nostro Pil in tecnologie e chi non lo fa muore". Per Purassanta la ricetta è questa: "le startup devono contribuire a digitalizzare le anziende, che sono il nostro asset portante, in modo da aumentare il loro valore. Mettere insieme cose diverse e vedere cosa viene fuori".

Ma a sintetizzare al meglio l'importanza dell'innovazione per il nostro futuro è la frase di un generale della forza spaziale statunitense: "We have run out of money, now we have to think" (Abbiamo finito i soldi, ora dobbiamo iniziare a pensare). "E' così – ha concluso Maurizio Cheli, il primo austronauta professionista italiano -. Questo vale anche per lo spazio. Il futuro sono le startup che fanno network con le grande aziende. Anche perché se si abbasano i costi ci sono più disponibilità ad accettare i rischi di missioni che prima erano considerate troppo care".
 

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