E’ bastata un’apertura sui temi dell’immigrazione, durante il dibattito a Washington tra gli otto candidati alle primarie repubblicane, per lanciare Newt Gingrich verso la nomination. “Non vedo come una forza politica che dice di essere il partito della famiglia possa adottare sull’immigrazione scelte che distruggono famiglie che hanno vissuto in America per un quarto di secolo”, ha spiegato Gingrich, aggiungendo che i clandestini devono essere giudicati caso per caso, consentendo a chi lavora, paga le tasse ed è integrato nelle comunità dove risiede di rimanere negli Stati Uniti.
Stando all’ultimo sondaggio diffuso ieri, Gingrich appare in forte ascesa, anche se l’ex governatore del Massachussetts, Mitt Romney, è ancora considerato il front-runner, il candidato con maggiori possibilità di battere Obama. E l’ex presidente della Camera dei Rappresentanti convince anche i bookie che lo piazzano a quota 5,00 dietro Romney, la cui nomination è bancata a 1,50. Si allontana sempre di più la possibilità di una nomination per Rick Perry (ora a 20,00) e per l’imprenditore della pizza Herman Cain, la cui ultima gaffe sulla religione raddoppia la quota a 50,00.
MSC/Agipro

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