Aumentata a dieci mesi la squalifica della tennista romagnola. Era stata sospesa per aver violato le regole dell'antidoping

Una mazzata, un'altra, che potrebbe mettere fine alla sua carriera nel tennis. Il Tribunale Arbitrale dello Sport non ha concesso sconti a Sara Errani. E anzi, ha aumentato a dieci mesi la squalifica per la romagnola, sospesa per due mesi lo scorso agosto per violazione delle regole antidoping.

L'azzurra era stata fermata da un tribunale indipendente della Itf, la Federazione Internazionale, per positività al letrozolo in un test a sorpresa. Errani si era difesa affermando la "contaminazione alimentare": la sostanza era contenuta in un farmaco di sua madre che può averne lasciato tracce nei tortelli da lei preparati.

La squalifica di due mesi però era stata ritenuta troppo leggera dalla Nado Italia, che aveva presentato ricorso. E oggi il Tas ha ammesso il suo verdetto: Sara dovrà stare ferma fino all'8 febbraio, saltando tra gli altri appuntamenti Wimbledon, Us Open e Australian Open. La tennista romagnola dovrà anche pagare 4000 franchi svizzeri alla Nado.

"Sono davvero nauseata da questa vicenda. Non credo sia mai successa una cosa del genere, gestita in questo modo a mio giudizio vergognoso. Sono sette mesi che vivo pensando e aspettando la sentenza definitiva", si è sfogata Sara Errani sui social.

"Questo aumento di squalifica di otto mesi lo trovo una vergogna", ha continuato. Poi ha ribadito la sua estraneità: "Non ho mai assunto nessuna sostanza dopante in tutta la mia vita, amo troppo questo sport per fare una cosa del genere. Ho sempre cercato di essere un buon esempio, sia dentro che fuori dal campo. Ho dato la mia vita a questo sport e non penso di meritarmi tutto questo".

 

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Secondo la sentenza la tennista non ha dimostrato in modo attendibile che l'assunzione di letrozolo, "sostanza che – sottolinea Sara – non migliora le prestazioni atletico-sportive", sia avvenuta attraverso qualcosa di commestibile. D'altro canto lo stesso Tribunale ha riconosciuto che non c'è stato alcun dolo.

Dopo aver già scontato sette mesi tra risultati tolti e periodo di inattività, la Errani era ripartita dalla posizione numero 280 del ranking. Una faticosa risalita fino al numero 72 che viene interrotta, "ora che ho rialzato sportivamente la testa" da altri otto mesi di squalifica. Due già scontati, ma praticamente è un addio ad un'intera stagione. "Tutto questo è assurdo. Trovo, in tutta questa vicenda, una profonda ingiustizia". E che potrebbe pesare in maniera decisiva sulla sua carriera: "Non so se avrò la forza e la voglia di rigiocare a tennis dopo tutto questo".

La Federtennis ha prontamente manifestato il suo sostegno all'azzurra "ribadendo il convincimento della sua innocenza, nel segno di una carriera vissuta nel rispetto dei valori su cui si fonda il tennis italiano". Ma la Fit si dice "convinta che tutto ciò rappresenterà non un freno alla sua carriera, ma l'occasione per ripartire con ancor maggior forza".

Per il presidente Binaghi, "il fatto che il Tas abbia emesso questa sentenza iniqua sei mesi dopo la data che lo stesso organo giudicante aveva annunciato (dicembre scorso) rappresenta una grave violazione dei diritti dell'atleta che si è vista privata della serenità necessaria a svolgere la sua professione di tennista ormai da un anno a mezzo. Il tutto a causa dell'assunzione di una sostanza che lo stesso Tas ha valutato come involontaria. Sono convinto – ha aggiunto il numero uno Fit – che sara supererà questo momento difficile e la aspettiamo in campo".
 

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