Londra (Regno Unito), 20 mar. (LaPresse/AP) – “Arsene chi?”. Questo il famoso titolo con cui un giornale di Londra diede il benvenuto all’allora relativamente sconosciuto Arsene Wenger quando fu nominato manager dell’Arsenal nel settembre 1996. Molti giocatori del club si fecero la stessa domanda quando il tecnico francese entrò per la prima volta nello spogliatoio dei Gunners. Poco meno di 18 anni più tardi, Wenger si appresta a dirigere la partita numero 1000 come allenatore dell’Arsenal sabato contro il Chelsea. E nonostante il manager alsaziano non vinca un trofeo dal 2005, il suo peso nella storia del club del nord di Londra e la sua influenza sul calcio inglese sono stati immensi. Sotto la guida di Wenger l’Arsenal non solo ha vissuto giorni di gloria, come la vittoria di tre Premier League e quattro Coppe compresi due ‘double’ nel 1998 e 2002, ma soprattutto ha raggiunto una invidiabile stabilità finanziaria. Il manager più longevo nella storia dell’Arsenal, è uno di quelli che ha radicalmente cambiato il volto del calcio inglese, portando nuovi metodi di allenamento come la sua famosa dieta a base di broccoli e il ridotto consumo di alcol. All’inizio considerata come qualcosa di rivoluzionario, la cura dei dettaglii di Wenger divenne rapidamente popolare tra i suoi giocatori. “Non sapevamo nulla di lui, ma ci fidavamo del vicepresidente David Dein quando ci disse che Wenger aveva intenzione di far crescere il club”, ha detto l’ex centrocampista dell’ Inghilterra e dell’ Arsenal Ray Parlour.

Il manager alsaziano arrivò ad Highbury sulla scia dei successi conseguiti con il Monaco e dopo una parentesi giapponese con il Grampus Eight, è ancora oggi il primo e unico manager straniero nella storia dell’Arsenal dopo le brevi esperienze di Stewart Houston e Bruce Rioch. Terzo alla sua prima stagione, Wenger è entrato nel cuore dei tifosi dei Gunners l’anno successivo realizzando il suo primo ‘double’ con Premier League ed Fa Cup. Nel corso di questi anni, il tecnico francese è sempre riuscito a costruire una squadra capace di combattere per il titolo, portando ad Highbury campioni del calibro dei francesi Nicolas Anelka, Patrick Vieira ed Emmanuel Petit, dei nazionali inglesi David Seaman e Tony Adams, dell’attaccante olandese Dennis Bergkamp. Ma il vero colpo da maestro di Wenger è stato l’acquisto di Thierry Henry dalla Juventus. L’attaccante campione del Mondo con la Francia nel 1998 è arrivato a Londra nell’agosto del 1999, dopo che l’Arsenal aveva fallito uno storico ‘back to back’ in Premier per un solo punto a scapito del Manchester United. A secco nelle prime otto partite, una volta sbloccatosi Henry non si è più fermato. Il francese realizò 26 gol in quella stagione e in totale ha segnato 226 reti in 369 presenze con la maglia dell’Arsenal tra il 1999 e il 2007, vincendo sette trofei. “Ha cambiato la filosofia del club”, ha detto Henry di Wenger. “Ha vinto appena arrivato e quindi si è guadagnato la fiducia dei tifosi e il rispetto di tutti”, ha aggiunto il francese.

A differenza del suo grande rivale Alex Ferguson, che si è ritirato la scorsa stagione dopo aver portato il Manchester United a diventare una potenza europea, Wenger non ha mai assaporato il gusto della vittoria in Champions League. Nonostante la qualificazione per 16 anni di fila al torneo più prestigioso, l’ Arsenal non lo ha mai vinto perdendo una volta la finale contro il Barcellona nel 2006. Quest’anno il manager alsaziano spera di porre fine ad una assenza di trofei vinti che dura dalla Fa Cup del 2005. In questi ultimi anni la pazienza dei tifosi è stata messa a dura prova, ma non hanno mai voltato le spalle al manager francese rimasto sempre fedele al suo ideale di bel calcio mentre il team ha attraversato una fase di ricostruzione e rinsaldamento finanziario. “Quando un giorno mi guarderò indietro, sicuramente sarò molto orgoglioso di quello che ho fatto”, ha dichiarato recentemente Wenger. “Sto affrontando una sfida che sapevo sarebbe stata difficile perché abbiamo dovuto combattere con club in perdita per 150 milioni di sterline all’anno”, ha spiegato. In una intervista all’Associated Press, Wenger aveva raccontato di aver cercato di adottare un modello ‘socialista’ per quanto riguarda i salari dell’Arsenal. Una filosofia difficile da sostenere quando la pressione per il successo diventa sempre più grande e alla fine Wenger ha battuto il record per il trasferimento più costoso nella storia dell’Arsenal l’estate scorsa con l’arrivo di Mesut Ozil dal Real Madrid per 50 milioni di euro. “Io dico sempre ai giocatori di dimenticare i soldi”, ha detto ancora Wenger. “È importante quanto bene si gioca insieme, ciò che si condivide insieme è molto più importante. Il denaro è solo una conseguenza della tua esperienza. L’esperienza reale è il gioco. E lo vedo – ha spiegato – con molti giocatori che hanno terminato la loro carriera. Non è il denaro che manca loro, ma quel tipo di esperienza. Per condividere i valori del nostro sport, per condividere i valori dello stare insieme. E realizzare qualcosa insieme”.

Il futuro di Wenger all’Arsenal ancora non è chiaro, non avendo ancora firmato un nuovo contratto. I Gunners quest’anno sono ancora in lizza su due fronti, Premier League ed FA Cup. Wenger ha fatto in modo che la stabilità del club non fosse minacciata anche se dovesse andar via all’improvviso, avendo recentemente esteso i contratti di diversi giocatori chiave come Aaron Ramsey, Santi Cazorla, Per Mertesacker e Tomas Rosicky. “I rinnovi dei contratti sono buone notizie per i tifosi dell’ Arsenal”, ha detto ancora l’ex Parlour. “Santi Cazorla è un ottimo giocatore. Offrire un nuovo contratto sia ad Aaron che a Cazorla è un segnale importante da parte del club. Con Aaron, ora abbiamo un sacco di giocatori più o meno della stessa età: Theo Walcott, Jack Wilshere, Alex Oxlade-Chamberlain. L’Arsenal potrà guardare avanti e puntare ad un futuro radioso se riuscirà a tenersi stretto i suoi talenti migliori”, ha concluso l’ex centrocampista dei Gunners.

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