Perugia, 3 giu. (LaPresse) – “Non me la sono sentita, era un rischio troppo grande”. Cesare Prandelli, commissario tecnico della Nazionale, chiarisce così in merito all’esclusione di Giuseppe Rossi dalla lista dei convocati per il Mondiale. “Senza dare nessun tipo di giudizio, sono costretto a chiarire, se possibile, quel che è successo”, spiega il tecnico azzurro alla vigilia dell’amichevole con il Lussemburgo. “Con Rossi – racconta – mi sono incontrato a Coverciano il 7, alle 6 del pomeriggio, prima di dare la lista dei 30. Volevo parlare con lui e avvisarlo che aveva fatto pochi minuti, che i tempi previsti di recupero non erano stati attuati in campo. Poi ho capito che era qualcosa di bello e di forte, poteva essere un messaggio per tutti, qualcosa da far leggere ai nostri ragazzi: un ragazzo che sta lottando da 4-5 mesi, che soffre, determinato. In quel momento gli ho detto che non era nei 23, ripetendoglielo due volte. Però, poteva essere una bella storia da raccontare”.

“Abbiamo iniziato a lavorare – continua il ct – l’ha fatto sempre bene, con entusiasmo e voglia di fare. Ho sempre detto che, qualsiasi cosa sarebbe successa, Giuseppe aveva già vinto. Tutti sapevano del proprio ruolo, per questo mi sono meravigliato. Prima della partita, l’ultima, gli ho detto che valutando gli allenamenti avevamo visto che dal punto di vista fisico andava bene, ma avrei voluto qualcosa in più in campo, avrei voluto vedere quei gesti che i giocatori inconsciamente fanno dopo un trauma. Avrei voluto vedere un attaccante che gioca da attaccante. L’ho anche messo davanti togliendo Immobile. Non ho visto quello che volevo vedere”. “E io – si difende Prandelli – ho una grande responsabilità, nei confronti della squadra, delle scelte, dei giocatori che stanno bene, della Fiorentina che ha investito su di lui e dei loro tifosi. Noi me la sono sentita. Sarebbe stato facile sceglierlo, saremmo stati tutti contenti, ma il rischio era troppo grande”.

DESTRO – Prandelli chiarisce i retroscena dell’esclusione di Destro. Al giocatore della Roma, spiega il mister azzurro, “avevo chiesto se eventualmente era a disposizione per venire in Brasile a fare la riserva. Lui mi ha detto: ci penso. Il giorno dopo, al colloquio definitivo, dove ho voluto con me Pin, lo abbiamo comunicato a Mattia, dicendogli che per me è un giocatore importante e sarà importante. Ma le scelte sono scelte e vanno accettate. Due punte centrali le abbiamo, ho scelto una punta esterna come Insigne. Destro mi ha risposto che non aveva nulla da dirmi. A questo punto, gli ho detto che fino al 13 giugno era disponibile per la Nazionale”.

BALOTELLI E CASSANO – “Balotelli sta benissimo, è affaticato ma dal lavoro. Non ha mai lavorato così tanto e bene, lo trovo in forma straordinaria”. Il mister azzurro parla anche di Cassano, che però non dovrebbe partire tra i titolari al ‘Curi’: “Antonio è un giocatore che tra le linee fa giocare bene la squadra, ha la capacità di velocizzare l’azione, nel momento in cui si deciderà di avere Antonio e una punta centrale, non dovremo avere grandi problemi”. “Cassano – chiarisce Prandelli – sta bene, non gioca perché facciamo delle scelte diverse. L’ho detto dal primo giorno, ci sono 23 titolari. Impossibile pensare che la squadra giochi per tre partite con gli stessi, dobbiamo metterli in condizione tutti e 23”. “Quando vedremo la squadra anti-Inghilterra? Siamo obbligati a percorrere delle strade dove l’obiettivo è valorizzare giocatori”, spiega il ct. “Penseremo all’Inghilterra la settimana prima. Fino all’8 cercheremo a livello ufficiale di ‘cammuffare’, le nostre carte vogliamo giocarle nella partita ufficiale, non voglio far vedere tutto quello che abbiamo in testa”. Quella di Montolivo, prosegue, “è un’assenza molto grave, è un giocatore che ha raggiunto una maturità tattica incredibile, può giocare in tutti i ruoli del centrocampo”. In quanto a Verratti, “domani può essere interessante la posizione dei tre centrocampisti, lui, De Rossi e Pirlo”.

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