Torino, 6 feb. (LaPresse) – “Ho voluto richiamare l’organismo arbitrale ad una maggiore attenzione, credo sia legittimo tutelare gli interessi della società e avere designazioni più appropriate”. Così ai microfoni di Radio anch’io Sport su Radiouno, il direttore generale della Juventus Beppe Marotta, in merito allo sfogo avuto dopo la gara con il Siena per il fallo di mano di Vergassola non rilevato dal direttore di gara. “Mi riferisco all’inesperienza dell’arbitro, non all’incapacità o alla malafede”, precisa il dirigente bianconero in merito alle sue dichiarazioni del post partita. “Quando hai talento, puoi giocare in prima squadra anche a 16 anni, come i Casarin o i Collina”. Esattamente come i giocatori che necessitano di andare a fare esperienza nelle ‘provinciali’, spiega Marotta, “la situazione dev’essere uguale per gli arbitri”. Serve esperienza per gestire le pressioni e “situazioni di grande imbarazzo”.

“Una finestra dove ci si possa confrontare con l’organismo tecnico una volta al mese”. Questa la proposta di Marotta. “Oggi l’unica possibilità che abbiamo è esternare con i media e i giornali”, continua il dirigente evidenziando come così “si crea una cultura del sospetto”. “Se avessimo avuto la possibilità di confrontarci con Braschi, dovremmo solo tacere alla fine della partita. Ma rappresentando una società con milioni di tifosi, dobbiamo tutelarci”, così ancora Marotta che, sottolineando come la sua puntualizzazione sia riferita “alla gestione della gara e non solo all’azione riferita al calcio di rigore”, cita un altro episodio della gara con il Siena: “Se l’arbitro chiede a Buffon se è corner o no, e poi l’arbitro non lo segue, allora è inutile chiederglielo”.

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