Roma, 22 set. (LaPresse) – “La Juventus in tre anni ha costruito un grattacielo da niente e si è lavorato tantissimo tutti insieme con società e calciatori. La casa è molto solida, è inevitabile che si debba andare avanti per questa strada e lo farà ancora per molto tempo”. Lo ha detto Antonio Conte, ex allenatore della Juventus e ora ct della Nazionale, nel corso di una intervista al ‘Processo del Lunedì’ su RaiSport, a proposito dei suoi tre anni a Torino con tre scudetti vinti. Sul duello con la Roma, il commissario tecnico azzurro ha detto: “Strà alle altre colmare il gap. La Roma sta facendo un percorso simile al nostro: avrebbe vinto lo scudetto se non avesse incontrato l’anno scorso una Juve mostruosa. Sta cercando di fare lo stadio, ha fatto un mercato intelligente, è l’antagonista principale ma vedo ancora la Juve favorita”. “Nella Juve sono rimasti tutti i calciatori dei 102 punti e che hanno raggiunto una semifinale di Europas League. In due anni in Europa siamo usciti nei quartri con il Bayern in Champions e poi abbiamo raggiunto una semifinale che m,ancava das 12 anni. La Juve ora ha una rosa più competitiva, con una mentalità vincente in tutti i suoi fattori”, ha aggiunto Conte.

Conte ha parlato anche del momento difficile che sta vivendo il Napoli: “Sta pagando l’uscita in Champions League a livello psicologico, è stata una delusione importante perchè hai lavorato tutto un anno e poi in due partite ti ritrovi in Europa League. Ma a me mi hanno insegnato che non bisogna piangere sul latte versato. Bisogna cogliere le opportuinià e anche una negativa puo’ diventare positiva. L’allenatore c’è, la piazza è incredibile, occorre solo ritrovare entusiasmo”. Sulle difficoltà di Benitez. “Per lui parla il suo curriculum, è un allenatore vincente. L’hanno scorso ha vinto la Coppa Italia, ma sappiamno che tipo di piazza è Napoli, che ambizione c’è, che passione, la voglia e l’entusiasmo. Si pretende sempre il massimo, giustamente, e mi auguro per il Napoli e per il campionato, che possano ritrovare la retta via ed essere un avversario in più per lo scudetto. Il Napoli è stato sempre un avversario ostico”. Sulle possibilità delle squadre italiane in Europa, Conte ha detto: “La Juve viene due anni di esperienza, e questo conta tanto insieme ad organizzazione e qualità. La Roma può rappesentare l’outosider come la Juve il primo anno, anche se il girone è difficile con City e Bayern Monaco. C’è grande entusiamo, ha tutte la possibilità di fare bene. In Europa League siamo partiti forte. Il campionato inizia a tornare competitivo, ma non il calcio italiano perchè vedo troppi stranieri. Speriamo di tornare ai livelli che ci competono. Mi ricordo un anno in cui c’erano tre squadre italiane in semifinale di Champions League”.

“In tre anni si è fatto qualcosa di incredibile sotto tutti i punti di vista. La squadra veniva due settimi posti e non era facile riportare lo spirito giusto”, ha detto Conte a proposito dei suoi tre anni a Torino con tre scudetti vinti. “Mi accorsi però già dal ritiro in America che avevo un gruppo di ragazzi che sarebbero andati oltre l’ostacolo. Poi conoscevo l’ambiente juventino come le mie tasche, questo ha facilitato me e la dirigenza a raggiungere l’obiettivo. Avevo una grande squadra e con il presidente fin dai primi giorni abbiamo creduto che il miracolo potesse accadere e così è stato”.

E proprio sul rapporto con Andrea Agnelli e con la dirigenza bianconera, Conte ha chiarito che “non si è incrinato ssolutamente niente con Andrea (Agnelli, ndr) e con i direttori Marotta e Paratici. Ho pensato e detto che dopo tre anni cosi’ intensi si era giunti all’epilogo del rapporto”. “Quando ci sono situazioni forti a livello sentimentale e si dà tutto – ha detto ancora Conte – c’è un momento in cui è giusto separarsi per il bene di tutti. L’ho esternato ad alcuni calciatori, alla proprietà e ai dirigenti. E’ più difficile farlo capire al tifoso però tutto è stato fatto a fin di bene. Sentir dire da qualche giocatore che aver cambiato sia stato giusto, mi ripaga di tante illazioni che mi si sono riversate contro dopo la mia scelta”.

Conte ha parlato anche del suo passato da calciatore alla Juve: “La vittoria in Champions League credo sia stato il momento più esaltante in assoluto perchè venivamo dall’inizio dell’era Lippi. Avevamo vinto il campionato e vincere subito la Champions fu straordinario. In quel periodo riuscimmo a fare finali europee a ripetizione, cosa che ora è difficile da fare”. E proprio dagli allenatori che ha avuto, Conte ha carpito tanti segreti: “Ho avuto il piacere di avere allenatori di un certo livello: alla Juve Trapattoni, Lippi e Carlo Ancelotti e non dimentico a Lecce due grandi maestri come Fascetti e Mazzone. Ho cercato di carpire un po’ da tutti i loro segreti: il Trap aveva una gestione molto da papà, mentre Lippi sorprendeva per la capacità di trasmetterci sempre nuove motivazioni”.

“Balotelli? Non ho bisogno di sfide per confrontarmi con persone del passato e del presente, mi comporterò nel migliore dei modi con chiunque verrà in Nazionale”. Lo ha detto Antonio Conte, ct della Nazionale, intervistato al Processo del Lunedì, a proposito di Mario Balotelli. Conte ha ribadito che “in tutte le mie squadre sono contati prima gli uomini e poi i calciatori. Prima di prendere un calciatore ci siamo informati sullo spessore umano. Nelle difficoltà è l’uomo che ti tira fuori, non il campione”. Per quanto riguarda un possibile convocazione, il ct azzurro ha ripetuto un concetto più volte espresso: “Non c’è nessuna preclusione. Il campo saprà parlare e darà le convocazioni. Ci sarà meritocrazia, vedremo i comportamenti calcistici ed extracalcistici. Si potrà arrivare in Nazionale e poi bisognerà dimostrare di sapersela meritare. Le convocazioni verranno fatte in base a quanto stiamo vedendo e verranno i più in forma”.

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