Lecce , 7 gen. (LaPresse) – “La ripresa riserva sempre delle incertezze. Noi veniamo da una serie importante di 16 partite utili, ma ci siamo dovuti fermare e quindi ci sono dei punti interrogativi. Però abbiamo lavorato bene sulle gambe e testa e sono fiducioso”. Così l’allenatore della Juventus Antonio Conte nella conferenza stampa alla vigilia del match di campionato contro il Lecce.

Dal ritiro salentino il tecnico bianconero avverte i suoi: “Sappiamo di affrontare un avversario che ha qualità in rosa, con giocatori come Muriel, Di Michele, Olivera, Giacomazzi, Cuadrado… Il Lecce non sta rendendo secondo le aspettative, però ha fame di punti. Mi aspetto una partita ostica, ma noi siamo la Juventus e non dobbiamo temere nessuno”.

Con questo spirito Conte si prepara ad affrontare la seconda parte del campionato e le tante aspettative che i risultati ottenuti finora hanno inevitabilmente creato: “Finora abbiamo fatto qualcosa di straordinario e fare di meglio vorrebbe dire essere super e vincere tutte le partite da qui alla fine. E’ impossibile, ma se guardo le premesse di giugno mi rendo conto che l’unica cosa da fare è continuare a lavorare, sapendo che troveremo ostacoli sulla nostra strada, a cominciare da domani”.

“Borriello? Abbiamo cinque attaccanti e all’occorrenza utilizzeremo chi sta meglio e chi dà più garanzie. Marco è il benvenuto e rappresenta un’ulteriore alternativa, ma deve ancora entrare nella mentalità, negli schemi di questa squadra e dovrà essere bravo a sovvertire le gerarchie”, ha detto l’allenatore della Juve sull’ex bomber giallorosso appena.

L’arrivo di Borriello dovrà quindi essere uno stimolo per gli altri: “Matri è fermo a sei reti e segna meno dell’anno scorso? Io non guardo mai il gol, ma l’utilità del calciatore in funzione della squadra. Riuscire ad arrivare in doppia cifra in una grande squadra è importante e son sicuro che Matri ce la farà anche quest’anno perché lavora molto e bene. Il calcio si evolve: cambiano i ritmi, l’intensità, la partecipazione alla fase offensiva…”.

“Una volta c’era il centravanti di peso che rimaneva fermo in avanti, sperando che la buttasse dentro. Oggi – conclude Conte – non si può regalare un giocatore agli avversari e il bravo attaccante nel calcio moderno deve partecipare alla fase offensiva o difensiva. Messi quando perde palla è il primo che cerca di riconquistarla e stiamo parlando del numero uno al mondo. Non ci sono più i centravanti di una volta…”.

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