Oropa (Biella), 24 mag. (LaPresse) – “Sono partito dicendo: crediamoci. Non ero il corridore selezionato per andare in fuga ma ci ho provato. Ci ho creduto fino in fondo ed è arrivata questa importantissima vittoria per la squadra. Dopo quella di ieri, il nostro morale alle stelle”. La Bardiani Csf fa di nuovo festa al Giro d’Italia grazie alla ‘doppietta’ firmata oggi da Enrico Battaglin, che segue il successo di Marco Canola a Rivarolo Canavese. Un altro italiano in un Giro che sta parlando spesso e volentieri straniero. Il vicentino svela come ha costruito l’incredibile volata finale che lo ha visto imporsi negli ultimi metri su Dario Cataldo: “Quando sono rientrato dovevo tirare il fiato, nell’ultima curva lui e Pantano hanno preso 30 metri e pensavo di non raggiungerli più. Invece – spiega Battaglin -con il rapporto lungo son riuscito a passarli all’ultimo”.

Confessa, il corridore della Bardiani, di aver sofferto “la salita. Ho respirato un po’ e nell’ultimo km ho sparato tutto per fare un grandissimo sprint”. “Se la vittoria di Canola ha funzionato da stimolo? Siamo molto amici, mi sono detto: oggi ci provo io. La fortuna è stata anche dalla nostra parte – sottolinea – abbiamo fatto due grandi vittorie, entrambe inaspettate. Magari oggi non ero il favorito ma con una grande azione nel finale ho fatto mia la tappa”. Parlando di sé stesso, Battaglin si descrive come “uomo da Classiche. Ma vivo alla giornata, ci provo in ogni occasione. I miei idoli? Sono cresciuto con le vittorie di Pantani e Cipollini. Ma la mia forza – dice – deriva dai miei genitori, sono loro che mi hanno messo in bici. La vittoria la dedico a loro e alla mia ragazza”.

Il trionfo di Oropa non può che regalare ulteriore ottimismo alla squadra azzurra attesa dai prossimi Mondiali. “Spero di entrarci, ma la strada è lunga, bisogna ancora fare molto per essere nelle rosa dei papabili. Vedremo. Negli ultimi anni il ciclismo italiano ha sofferto nel reparto giovanile ma mi sembra che ce la stiamo mettendo tutta, soprattutto le annate ’89 e ’90”. In quanto al futuro, l’auspicio è semplice quanto ambizioso: “Spero di continuare a fare bene così”.

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