Roma, 18 feb. (LaPresse) – Il comune di Quartu Sant’Elena non ha firmato l’autorizzazione per far disputare la partita tra Cagliari e Torino del prossimo 24 febbraio (ore 15.00) allo stadio Is Arenas. Pertanto il match tra rossoblu e granata è a serio rischio e nei prossimi giorni si dovrà trovare una nuova sede o una soluzione alternativa. “La domanda di autorizzazione per l’utilizzo dello stadio di Is Arenas per l’incontro Cagliari-Torino del 24 febbraio prossimo non può essere accolta”. E’ quanto si legge in una nota dell’amministrazione comunale di Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari. “Stante la pendenza di un procedimento penale avente ad oggetto la legittimità dei precedenti provvedimenti autorizzativi – prosegue la nota – il rilascio di una nuova autorizzazione esporrebbe infatti l’Amministrazione comunale al rischio di un’eventuale declaratoria di illegittimità del nuovo procedimento in sede penale, con l’ulteriore conseguenza di esporre la stessa Amministrazione comunale a responsabilità di natura amministrativo-contabile, e di natura civilistica e risarcitoria”.

“La vicenda Cellino dimostra quanto sia difficile in Italia intraprendere una via diversa sull’utilizzo di stadi già esistenti senza incorrere in certe insidie. Io credo comunque che il presidente del Cagliari ne uscirà pulito”. Così Mattia Grassani, legale del Cagliari e di Massimi Cellino, ai microfoni di Radio Anch’Io Sport. Per Grassani, comunque “sarebbe una sconfitta inaccettabile per il mondo dello sport” l’eventuale chiusura dello stadio Is Arenas. Oggi la prefettura del capoluogo sardo dovrebbe esprimersi sull’utilizzo dello stadio di Quartu per la gara di domenica con il Torino.

“Se dovesse cambiare lo scenario di riferimento, con interventi della magistratura e dietrofront rispetto a quanto finora conquistato dal Cagliari, ovvero il diritto di giocare nel proprio stadio, sarebbe una sconfitta inaccettabile per il mondo dello sport. L’iniziativa privata va agevolata, non repressa e contrastata come stiamo vedendo questi giorni”, spiega Grassani. “Sarebbe ancor più deprimente vedere un’opera immane e costosissima oggetto di un’ordinanza di demolizione. Ma io non credo proprio che si arrivera’ a tanto”, aggiunge a proposito di una eventuale richiesta di abbattimento dello stadio.

Sulla decisione del Tar della Sardegna di dare ragione al Cagliari contro lo 0-3 a tavolino per il match contro la Roma che non si è disputato a Is Arenas, Grassani ribadisce: “Prendiamo atto che il Tar ha cancellato, considerandolo illegittimo, il provvedimento del prefetto da cui poi si è arrivati allo 0-3 a tavolino. Questa pronuncia cambia lo scenario anche dal punto di vista sportivo, anche se è prematuro affrontare il problema se rigiocare o meno quella partita”.

“Anche in questo caso, però, le ragioni di Cellino rigettare dalla giustizia sportiva, spttoposte al vaglio del tribunale regionale sono state accolte. Quindi – conclude l’avvocato Grassani – dobbiamo porci anche il problema dei rapporti tra giustizia sportiva e ordinaria”. Sull’eventuale disputa della gara, il legale di Cellino conclude: “I tempi si stanno comprimendo sempre di più, certo è che se quei tre punto dovessero essere decisivi per gli obiettivi delle due squadre, il campionato rischierebbe di essere falsato”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il candidato alla presidenza del Coni, Raffaele Pagnozzi. “Dobbiamo approfittare di questa coincidenza fra le elezioni politiche e quelle del Coni per fare un grande progetto. Una legge sugli stadi renderebbe tutto più chiaro ed eviterebbe anche di incappare in vicende come quella di Cagliari. Serve una legge che snellisce le procedure, ma senza ovviamente creare degli obbrobbri di natura urbanistica”, sostiene Pagnozzi. “Probabilmente quanto accaduto a Cagliari renderà ancora più necessaria l’approvazione di questa legge”, ribadisce l’ex vice di Gianni Petrucci alla vigilia delle elezioni del Comitato olimpico. Pagnozzi si dice comunque “convinto che nel corso di quest’anno, con il nuovo Parlamento, si arriverà all’approvazione di questa legge. Ma non solo per gli stadi di calcio, anche per l’impiantistica di base”.

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