Toronto (Canada), 20 apr. (LaPresse/AP) – Lo statunitense Rubin Carter, ex pugile noto come ‘Hurricane’, è morto all’età di 76 anni. Attivo sul ring dal 1961 al 1966, specialista nei pesi medi e capace di battere anche il leggendario Emile Griffith, Carter divenne celebre per un caso giudiziario che divise l’America. Nel 1966 venne infatti accusato di un triplice omicidio in seguito ad una sparatoria in un locale del New Jersey, che gli costò una condanna a due ergastoli. Gran parte dell’opinione pubblica si schierò dalla parte di Carter, sostenendo che l’accusa era motivata esclusivamente da motivi razziali. In breve il pugile divenne un simbolo della lotta alle discriminazioni razziali. Nel 1985, venne scarcerato e nel 1988 caddero ufficialmente tutte le accuse contro di lui. Alla sua vicenda Bob Dylan dedicò nel 1975 la celebre canzone ‘Hurricane’, nella quale sosteneva l’innocenza del pugile.

Sul grande schermo, invece, è stato impersonato da Denzel Washington nel film ‘Hurricane-Il grido dell’innocenza’, uscito nel 1999 e per il quale l’attore si guadagnò una nomination all’Oscar. A dare l’annuncio ufficiale della morte di Carter, malato di cancro alla prostata, è stato John Artis, suo assistente ed amico di lunga data nonché suo compagno di cella in quanto ritenuto il complice degli omicidi. L’ex pugile, trasferitosi a Toronto dopo il suo rilascio, è morto nel sonno. ‘Hurricane’ trascorse ben 19 anni in prigione dopo la condanna, decisa da una giuria di soli uomini bianchi. Decisiva anche la testimonianza di due ladri, Alfred Bello ed Arthur Bradley, che in seguito ritrattarono le loro versioni. Carter venne sottoposto ad un nuovo processo e tornò per un breve periodo in libertà nel 1976, ma dopo la condanna in un secondo processo tornò in carcere per altri nove anni.

Bob Dylan venne a conoscenza della condizione di Carter dopo aver letto l’autobiografia del pugile, ‘The Sixteenth Round’. Dopo averlo incontrato, scrisse la celebre canzone ‘Hurricane’. Nato il 6 maggio 1937, in una famiglia di sette figli, Carter venne mandato in riformatorio all’età di 12 anni per aggressione e si arruolò nell’esercito nel 1954, che lo spedì in Germania Ovest. Al ritorno a casa, una serie di scippi gli costarono quattro anni di detenzione nelle prigioni di stato. Nel 1961, l’inizio della sua carriera di pugile, che lo videro vincitore di 20 dei suoi primi 24 incontri. La tormentata vicenda giudiziaria coincise con la fine della sua attività pugilistica.

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