(LaPresse) “Mike Tyson dice: noi senza sofferenza non siamo niente e questa cosa è reale, non è una frase alla Marzullo, è reale, perché solo tramite la sofferenza scopriamo quello che abbiamo dentro di noi. Io a oggi posso soltanto ringraziare di essere passata dove sono passata, posso ringraziare Dio per avermi dato la forza di superare determinate cose e la costanza, la perseveranza di crederci quando anche tutto intorno era un grande no. Quindi, per me la sofferenza è stata la chiave che ha fatto aprire la grande porta”. Lo ha dichiarato, a LaPresse, Alice Bellandi, judoka, oro nei -78 kg alle Olimpiadi di Parigi 2024, dove ha battuto, in finale, Inbar Lanir, rispondendo a una domanda sulla salute mentale, a margine, a Bologna, di “Alice Golden Tour”, l’iniziativa che, da qualche settimana, la sta portando in visita nei Centri tecnici federali italiani per incontrare i giovani sportivi. L’atleta azzurra ha raccontato apertamente la sua lotta contro la depressione e i disturbi alimentari. Proprio in occasione dell’International Mental Health Day (la giornata mondiale sulla salute mentale) Bellandi aveva condiviso questo pensiero sui social: “Se potessi volare nel pensiero e sussurrare al mio stesso orecchio, sopra i singhiozzi di quella giovane donna, che ‘solo tu ti puoi salvare’ lo farei. Lo farei e le risparmierei le fatiche, perché doloro adesso è oro”.

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