Dieci tappe tra Emilia, Veneto, Lombardia e Trentino. Partenza da Riccione. Nuovo format per la crono finale

Estate, tempo di maturità per migliaia di studenti italiani ma anche per i talenti del ciclismo mondiale che da domani si sfideranno nel Giro d’Italia under 23, tappa quasi obbligatoria prima di entrare nel mondo dei professionisti (differite su LaPresse dalle 17:00 di venerdì). Francesco Moser, Marco Pantani e Gilberto Simoni sono solo alcuni dei campioni che hanno vinto questa corsa, prima pedalata di carriere indimenticabili. Al nastro di partenza di Riccione, 30 squadre di cui 13 straniere e due nazionali, Colombia e Russia, che negli ultimi anni hanno formato grandi talenti come Egan Bernal e Pavel Sivakov, entrambi sotto contratto con il Team Sky. Proprio il russo, nel 2017, vinse il Giro d’Italia under 23 e oggi fa da gregario a fuoriclasse come Kwiatkowski o Froome che la maglia rosa dei professionisti l’ha indossata poche settimane fa sul palco di Roma, ultima tappa di un’edizione favolosa.

I PROTAGONISTI – A raccogliere l’eredità di Sivakov potrebbe essere Robert Stannard (Mitchelton), classe ’98 che l’anno scorso arrivò ottavo nonostante fosse uno o due anni più piccolo dei suoi avversari. L’australiano ha già firmato un contratto per la squadra maggiore e vuole salutare i compagni con un successo importante. Stessa età ma prospettive diverse per Joao Almeida (Hagens Berman Axeon), talentino portoghese vincitore della Liegi Bastogne Liegi davanti al nostro Andrea Bagioli, che resterà almeno fino al 2019 tra gli under 23 insieme al compagno Sean Bennet, altro nome da segnarsi. Occhio anche al Team Wiggins, fondato nel 2015 dal pluricampione olimpico, che spesso regala sorprese. E gli italiani? Quest’anno sono molte le squadre di livello ma il Team Colpack sembra essere un passo avanti agli altri con Alessandro Covi e Francesco Romano, vincitore nella tappa di Francavilla al Mare lo scorso anno, pronti a lottare per la maglia rosa.

IL PERCORSO – Dieci giorni di gara, tre in più del 2017, per 1.200 chilometri sparsi tra Emilia Romagna, Lombardia, Trentino e Veneto. Cinque gli arrivi in salita, su cui si deciderà gran parte della classifica generale: Sestola, Passo Maniva, Dimaro, Pian delle Fugazze e Asiago, passando per il famoso Monte Grappa, protagonista di tante corse. Due le cronometro, molto diverse tra loro: la prima, tradizionale, nel prologo di Forlì, mentre l’ultima, nella tappa conclusiva di Ca’ Del Poggio (22,4 km), verrà introdotto un nuovo meccanismo. Una parte dei corridori partirà con la normale formula delle crono dall'ultimo verso il primo con distacco prefissato di 2 minuti. Per i migliori (15 o 20 corridori) sarà tutta un'altra storia: partirà per primo la maglia rosa e gli altri seguiranno con il distacco accumulato in classifica. Chi arriva primo vince il Giro. Un format proposto dal commissario tecnico Nazionale Davide Cassani sullo stile di molte gare di sci di fondo e biathlon e della prova di corsa del pentathlon moderno, che regalerà incertezza fino al traguardo.

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata