Ai Giochi denunciò di aver subito, insieme ad alcuni compagni di squadra, una rapina poi rivelatisi infondata

Ryan Lochte ha rivelato di aver meditato il suicidio dopo lo scandalo che lo ha investito agli ultimi Giochi Olimpici di Rio, quando denunciò di aver subito, insieme ad alcuni compagni di squadra, una rapina poi rivelatisi infondata. Una bravata che provocò un caso istituzionale tra Brasile ed Usa e costò all'atleta una lunga squalifica. "Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato: se vado a letto e non mi sveglio, va bene", ha commentato Lochte in un'intervista ad Allison Glock di Espn. Alla domanda se abbia pensato al suicidio, il nuotatore ha commentato: "Stavo per gettare tutta la mia vita". "In quel momento ero la persona più odiata al mondo", aveva confessato Lochte lo scorso anno in un'intervista ad Usa Today. In Brasile l'atleta aveva simulato una rapina insieme a tre suoi compagni di squadra per non ammettere di aver distrutto, completamente ubriaco, una stazione di servizio.
 

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