Il tribunale del Minnesota, ha bloccato la pubblicazione dell'ep "Deliverance" su richiesta degli eredi

 Un po' trovata commerciale, un po' tributo celebrativo: perché il disco postumo di Prince doveva uscire proprio oggi, ad un anno esatto dalla sua morte, una sorta di indelebile 'never forget'. I fan, invece, non potranno ascoltare i sei brani che sarebbero stati contenuti nell'EP 'Deliverance'. Il tribunale del Minnesota, infatti, ha bloccato la pubblicazione dell'album su richiesta degli eredi. Il motivo? Una pelosissima questione di diritti. Ian Boxill, l'ingegnere del suono che ha prodotto i brani, ha bypassato la richiesta dei permessi e ha deciso di far uscire il disco con l'etichetta indipendente Rma, sostenendo che esisteva un accordo fra lui e la popstar. Ma il giudice, per il momento, ha dato ragione agli eredi, congelando l'uscita del disco. Boxill, secondo gli ordini del tribunale, dovrà anche consegnare tutte le registrazioni originali, le copie analogiche e quelle digitali.

L'EP avrebbe contenuto sei brani, registrati fra il 2006 e il 2008 e poi postprodotti dallo stesso Boxill: Deliverance, I am, Touch me, Sunrise sunset, No one else e una versione estesa di I am. La 'title track' dell'album, in verità, era già ascoltabile da qualche giorno in streaming su SoundCloud. Ora, però, è stata ritirata anche dalla piattaforma. Solo chi l'ha intercettata prima dell'ordine del giudice ha avuto la fortuna di sentirla e magari di masterizzarla.

La vicenda dell'album postumo bloccato va ad aggiungersi a una serie di eventi che, dalla morte di Prince a oggi, hanno riempito le pagine dei giornali e le home dei siti specializzati. A partire dall'eredità di 150 milioni di dollari – decisamente più bassa delle stime iniziali che la davano a circa 800 milioni – spartita fra la sorella del cantante, le due sorellastre e le tre fratellastri. Ma ciò su cui si concentra la curiosità sono in realtà le circostanze della sua morte. Prince è stato trovato senza vita in un ascensore, all'interno della sua residenza Paisley Park, alle porte di Minneapolis. Per l'autopsia, la morte è stata causata da un'overdose accidentale di Fentanyl, potentissima droga ritenuta cinquanta volte più forte dell'eroina, avvenuta per auto-somministrazione.

Gli investigatori non hanno ancora identificato chi abbia fornito all'artista la dose fatale. Nelle ultime settimane è emerso un altro dettaglio sulla vita dell'artista, che getta ancora più ombre sul suo stato psicofisico nei giorni precedenti il decesso: all'interno della sua casa, la polizia ha trovato una grande quantità di oppiacei. Diverse boccette di pillole riportavano sull'etichetta la dicitura Watson 853, l'identificatore per i farmaci generici a base di idrocodone-paracetamolo. Altri narcotici erano invece nascosti in contenitori di 'copertura', tra cui flaconi di vitamine, sparsi tra camera da letto e armadio. Stando a quanto si legge negli atti dell'indagine, Prince nel periodo antecedente l'overdose avrebbe attraversato momenti di astinenza e poi ricadute, nel vortice dell'abuso di farmaci. Un baratro di dipendenze che lo avrebbe portato alla morte prematura, a soli 57 anni, anche se in qualche modo la polizia lo definisce ancora come un 'caso di omicidio'.
 

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