Roma, 30 dic. (LaPresse) – Le gaffe nella politica non smettono mai di sorprendere. E il 2011 ne ha regalate di davvero leggendarie. Regina delle figuracce, per giunta in diretta tv, quella dell’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, durante la trasmissione ‘Ballarò’. “Lukashenko? Chi è questo?”: il coordinatore del Pdl non si accorge di essere tornato in diretta e chiede così al suo portavoce, seduto alle sue spalle, chi fosse quel “dittatore bielorusso amico di Silvio Berlusconi” citato poco prima da Pier Ferdinando Casini. La figura storica dell’ex Urss è sconosciuta a La Russa che, come ministro della Difesa, dovrebbe invece conoscere a menadito la politica internazionale.

L’ex aennino è noto per le sue cadute di stile, come quando la professoressa della Columbia University di New York, Nadia Urbinati, interviene per far notare come il tema dell’immondizia di Napoli abbia pesato sulla campagna elettorale tra Berlusconi e Romano Prodi, il ministro le risponde: “Ma che dice questa?”. E con l’eleganza di sempre aggiunge: “E insegna alla Columbus (Columbia, ndr)? Povera università, penseranno che gli italiani sono tutti così”.

Un altro ministro, quello dell’Istruzione, rimarrà negli annali delle gaffe con la “questione nutrini”. Attraverso un comunicato ufficiale, Maria Stella Gelmini, si è infatti congratulata per il risultato dell’esperimento Cngs (Cern Neutrino Gran Sasso, secondo cui i neutrini avrebbero superato la velocità della luce), millantando un fantomatico contributo da 45 milioni di euro dell’Italia per la costruzione di un tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso. Peccato che non esista nessun tunnel. La distanza che va dal Cern ai laboratori del Gran Sasso è di circa 780 chilometri ed è stata coperta in 2,4 millisecondi dai neutrini che hanno attraversato la materia senza servirsi di nessun tunnel.

Non si poteva di certo essere immuni dalle figuracce se maestro in quest’arte è proprio colui che rappresenta governo e maggioranza: l’ormai ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Secondo il protocollo nessuno può toccare i regnanti dei vari Paesi, è considerata scortesia persino stringere loro la mano, a meno che non siano loro a fare la prima mossa. Per questo di solito, in queste occasioni si ricorre all’inchino: l’unico tipo di saluto formale che non richiede contatto fisico.

E naturalmente cosa fa Silvio Berlusconi? Passando vicino al re spagnolo Juan Carlos, lo tocca sul braccio e gli sussurra qualcosa. Il sovrano rimane impassibile, ma si vede che non è certo contento. A rimediare le cose ci pensa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Che dice qualcosa al premier, mimando il gesto che ha appena fatto, ed evidentemente facendogli presente da una parte la gaffe che ha fatto, dall’altra il lungo legame di amicizia del re spagnolo con le istituzioni italiane. Dopo qualche minuto si vede Berlusconi che si avvicina a Juan Carlos e gli dice qualcosa a bassa voce, questa volta senza toccarlo.

E dall ex premier si passa al neo presidente del Consiglio. Anche il professore della Bocconi, Mario Monti, alla sua prima uscita ufficiale in Europa nei panni di primo ministro italiano è stato segnato da una gaffe. “Credo che potremo andare più decisamente a fondo…” ha detto Monti nel suo intervento, guadagnandosi le risate della platea. Il premier si rende conto della frase poco felice appena pronunciata e si corregge immediatamente: “…a fondo nel senso buono, incisivamente”. Poi, rivolto al presidente della Commissione europea, sottolinea: “Il presidente conosce così bene l’italiano che può cogliere anche queste sfumature”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata