Durante la trasmissione l'economista Cazzola si scusa per le sue affermazioni sui bimbi che muoiono 

  Nella puntata di '#Fake – La fabbrica delle notizie' andata in onda ieri sera la giornalista Valentina Petrini ha affrontato, insieme ai suoi ospiti, il tema della situazione ambientale e sanitaria legata alla presenza dell'ex Ilva nell'area di Taranto. Fra gli ospiti, i l'economista Giuliano Cazzola che è tornato, incalzato da Petrini, sulla frase pronunciata durante un'intervista radiofonica a Radio Cusano Campus in cui aveva definito l'emergenza oncologica di Taranto una "menata dei bambini che muoiono". "Io su questo chiedo scusa però confermo la mia valutazione. Non nego che sia necessario un risanamento, io dico semplicemente che il risanamento si fa compatibilmente con la tecnologia che c'è, con la tecnologia che arriva e soprattutto lasciando a una fabbrica la possibilità di continuare a lavorare", ha sostenuto Cazzola.

 Nel corso della puntata è stato anche dato conto di una nota ricevuta dalla redazione del programma da parte dell'Istituto Superiore di Sanità proprio sulla situazione ambientale e sull'incidenza sulla salute a Taranto. Secondo l'Iss le "emissioni industriali a Taranto hanno contribuito a determinare alcuni degli eccessi di rischio oggi misurati soprattutto per le patologie nell'adulto: idrocarburi policiclici aromatici e a particolato atmosferico". Gli studi, infatti, "permettono di verificare ipotesi di associazione causale tra esposizioni ed effetti: aumento della mortalità e delle ospedalizzazioni per malattie dell'apparato respiratorio, cardiovascolare e per tumori nei quartieri più vicini alla zona industriale". E, sebbene patologie nei bambini siano eventi rari, hanno comunque "rilevanza" perchè "gli eccessi di rischio nell'infanzia, quali ad esempio per incidenza e ricovero di alcuni tipi di tumori infantili a Taranto, rappresentano dunque eventi sentinella". L'Iss sottolinea ancora che "le conoscenze desumibili dalla letteratura scientifica supportano l'ipotesi che la documentata contaminazione dell'ambiente da parte delle emissioni industriali a Taranto abbia contribuito a determinare alcuni degli eccessi di rischio oggi misurati soprattutto per le patologie nell'adulto, in riferimento alle emissioni di inquinanti quali ad esempio idrocarburi policiclici aromatici e a particolato atmosferico".

 A rispondere a '#Fake – La fabbrica delle notizie' anche l'Arpa, attraverso le parole di Vito Bruno, direttore generale dell'istituto per la Puglia. "Il fatto di Taranto è un unicum a livello nazionale e internazionale, per nessuna attività al mondo ci sono stati dieci decreti leggi. Non si era mai avuta in Italia una sentenza della corte di giustizia che stabiliva una correlazione fra siderurgico e la qualità della vita e ambiente a Taranto. Non lo dico io, lo dice la corte di giustizia. Non si può dire che Taranto è come tutte le altre realtà italiane. Oggi, non penso di dire una cosa che fa scandalo, nessuno autorizzerebbe ex novo un impianto del genere all'interno della città. E' una situazione talmente complessa che non può essere risolta come fa Cazzola con il surf". Bruno ha mostrato una tabella di mortalità nella zona di Taranto con un numero totale di tumori fra gli uomini di 3.547 fra il 2006 e il 2015, con un eccesso del 24%. Mentre per quanto riguarda il tumore al polmone sono 993 i casi riscontrati fra i maschi, a fronte dei 721 attesi nella media regionale. Quindi l'eccesso è del 37%. "Sono dati aggiornati al 2016 e al 2017: nonostante una riduzione dell'inquinamento, i tassi di ospedalizzazione rimangono in eccesso rispetto al resto della Puglia. Gli eccessi di ospedalizzazioni li abbiamo ritrovati per tutte le cause di tumore".

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