Londra (Regno Unito), 18 dic. (LaPresse/PA) – La decisione di annullare la premiere statunitense del film ‘The Interview’, prevista per il giorno di Natale, è “una minaccia alla libertà di espressione”. Lo ha detto l’attore Ben Stiller, una delle tante star di Hollywood che si sono pronunciate contro il ritiro della pellicola con James Franco e Seth Rogen, che descrive un ipotetico omicidio nei confronti del presidente nordcoreano Kim Jong Un. La decisione di rinunciare al film è stata presa dopo il gruppo hacker ‘Guardiani della pace’ ha minacciato di lanciare attacchi terroristici in stile 11 settembre 2001 contro i cinema che lo avrebbero proiettato.

Ufficialmente, Sony Pictures ha affermato di avere ritirato il film “alla luce della decisione della maggioranza delle sale di non proiettarlo”. Per Stiller e altri, la casa di produzione ha ceduto a tattiche da bullo. È “davvero difficile credere che questa sia la risposta a una minaccia alla libertà di espressione qui in America”, ha detto l’attore, precisando di parlare “in qualità di persona creativa, non di qualunque altro tipo di esperto”. “Le minacce terroristiche non dovrebbero imporsi sulla libera espressione”, ha concluso.

Dello stesso avviso l’attore Rob Lowe, il quale ha dichiarato: “Wow, tutti hanno ceduto. Gli hacker hanno vinto. Una vittoria totale e completa per loro”. Lowe ha poi paragonato su Twitter l’atteggiamento verso gli hacker alla politica accondiscendente adottata dall’allora primo ministro britannico Neville Chamberlain verso Adolf Hitler: “Ho visto Seth Rogen al Jfk. Nessuno di noi ha mai visto o sentito niente del genere. Oggi Hollywood ha reso Neville Chamberlain fiero”. Altri mostri sacri del cinema statunitense l’hanno buttata sul ridere, come ha fatto il regista Michael Moore su Twitter: “Cari hacker della Sony: ora che governate Hollywood, gradirei che venissero fatte meno commedie romantiche, meno film di Michael Bay e niente più Transformers”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata